Iniezione letale ai due figli, infermiera poi si uccide: la data dei funerali

La camera ardente sarà allestita in chiesa.

Iniezione letale ai due figli, infermiera poi si uccide: la data dei funerali
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Iniezione letale ai due figli e poi si uccide. E' accaduto ieri, venerdì 16 novembre  a Aymavilles Protagonista è Marisa Charrère, un'infermiera di 48 anni che prima ha ucciso i suoi figli con un'iniezione di potassio e poi si è uccisa.

Iniezione letale

La Valle d’Aosta si è svegliata ieri, venerdì 16 novembre,  con il dramma dell’omicidio-suicidio. Una donna di 48 anni, Marisa Charrère, ha ucciso i figli di 7 e 9 anni e, subito dopo, si è tolta la vita. È accaduto nella casa della famiglia, ad Aymavilles, attorno alla mezzanotte. Aymavilles è un centro turistico molto apprezzato dai piemontesi, molti dei quali, infatti, hanno anche seconde case.

 

L’allarme lanciato dal papà

Le forze dell’ordine sono state allertate dal marito della donna, Osvaldo Empereur, padre dei bambini, che rincasando si è trovato davanti al dramma, consumatosi mentre era assente. Gli agenti della Squadra mobile della Questura hanno rinvenuto nell’abitazione due brevi lettere lasciate dalla 48enne, nelle quali si doleva delle avversità della vita e del loro peso fattosi insostenibile. Le iniezioni fatali sarebbero a base di un cocktail di farmaci, portato a casa dalla professionista direttamente dal posto di lavoro.

I funerali

I funerali si svolgeranno domani, domenica 18 novembre alle 15, nella chiesa di Aymavilles. Domani mattina, in chiesa, sarà allestita la camera ardente.

Le autopsie

Oggi sono state effettuate le autopsie sui corpi ed è quindi giunto il nulla osta per le esequie. Si dovrà attendere 60 giorni per avere i risultati completi degli esami mentre i primi esiti rivelano "probabile avvelenamento" come causa della morte.

I colleghi

Marisa, era infermiera della cardiologia da molti anni, ha sempre dato prova di essere una professionista preparata, attenta ai bisogni dei pazienti, scrupolosa, ed ottima collega.
La sua umanità si estendeva non solo ai bisogni dei pazienti, ma anche a quella dei familiari. Collaborava a tutta l’attività del reparto con una dedizione ed una scrupolosità rare. Vien inoltre ricordata come una mamma premurosa che amava i suoi figli.

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