SANITà

«Intervento entro due mesi? Richiami fra quattro o cinque anni...»

L’incredibile risposta ricevuta da una chivassese con un laparocele.

«Intervento entro due mesi? Richiami fra quattro o cinque anni...»
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«Guardi, stiamo smaltendo adesso gli interventi programmati nel 2017. Ci richiami tra quattro o cinque anni». Questa l’incredibile risposta ricevuta da Giuseppina, 60 anni, residente a Chivasso, da una dipendente dell’AslTo4 a cui si era rivolta per programmare un intervento chirurgico con priorità B, ovvero da effettuare entro sessanta giorni.

«Intervento entro due mesi? Richiami fra quattro o cinque anni...»

«Guardi, stiamo smaltendo adesso gli interventi programmati nel 2017. Ci richiami tra quattro o cinque anni». Questa l’incredibile risposta ricevuta da Giuseppina, 60 anni, residente a Chivasso, da una dipendente dell’AslTo4 a cui si era rivolta per programmare un intervento chirurgico con priorità B, ovvero da effettuare entro sessanta giorni.

Una risposta che ha lasciato di sasso la donna, che senza perdere tempo ha inviato una serie di segnalazioni ad Asl, Regione e Ministero non per lamentarsi del fatto in sé, ma per dare un esempio concreto delle conseguenze dei continui tagli alla Sanità.

Il caso

«Circa un mese fa - spiega Giuseppina - ho provveduto a fare due visite mediche con un chirurgo gastroenterologo, il dottor Salvatore Cuccomarino (in forza all’ospedale di Chivasso, ndr), un'ecografia dell'addome completo e una Tac dell'addome completo, tutte rigorosamente a pagamento per non aspettare i tempi biblici della sanità. Ovviamente non avevo né tempo da perdere né soldi da buttare. Ho fatto queste visite e questi esami perché stavo e sto male. Mi è stato riscontrato un laparocele addominale di 7/8 cm. Solitamente il laparocele è asintomatico, ma può portare anche sintomi quali nausea, vomito e problemi digestivi. Purtroppo io faccio parte della categoria di persone che ha questi sintomi giornalmente e la mia qualità di vita è diventata uno schifo perché non riesco più a dormire in quanto, dopo aver ingerito qualsiasi cosa, diventa una lotta per la digestione con conseguente insonnia. Inoltre, come è ben noto, il laparocele con il passare del tempo si ingrandisce sempre di più fino a diventare irriducibile. Nella seconda visita di controllo, il dottor Cuccomarino mi ha assegnato una priorità B, cioè da operare entro 60 giorni. Ebbene, dopo circa due settimane ho telefonato in ospedale a Chivasso, per l'esattezza l'ufficio ricoveri, dove stilano le liste di attesa e la risposta che ho avuto è stata che per ordine della Regione le priorità non devono essere considerate perché si devono smaltire gli interventi del 2017 e che mi opererebbero subito solo se l'ernia si strozza. Quindi, per essere operata in tempi brevi devo sperare che l'ernia si strozzi? Inoltre, se si allarga e diventa irriducibile nel frattempo a chi devo ringraziare? Ed eventualmente chi risarcirebbe i danni sia fisici e sia i danni per la sofferenza che intanto sto patendo?».

Non si sono fatte attendere le precisazioni del Direttore della Chirurgia Generale Chivasso, Adriana Ginardi: «Sono dispiaciuta per 'incomprensione. I pazienti vengono inseriti in lista di attesa con rispettivo codice di priorità; la chiamata per l’iter chirurgico (esami di prericovero e intervento chirurgico) viene effettuata osservando nei limiti del possibile la priorità assegnata. Ovviamente i casi di patologia oncologica via via subentranti devono avere priorità assoluta, pertanto si può verificare riprogrammazione delle chiamate per problematiche con diversa priorità. Compatibilmente con l'osservanza delle priorità, preciso che l'Utente sarà contattata per la risoluzione della propria problematica appena possibile».

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