Isole ecologiche ispezionate dai carabinieri
Negli ultimi mesi i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Torino hanno effettuato una serie di controlli nei centri di raccolta dei rifiuti urbani
Negli ultimi mesi i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Torino hanno effettuato una serie di controlli nei centri di raccolta dei rifiuti urbani
Negli ultimi mesi i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Torino hanno effettuato una serie di controlli nei centri di raccolta dei rifiuti urbani dei comuni della cintura del capoluogo piemontese. Queste aree, meglio conosciute con il nome suggestivo di “isole ecologiche”, sono adibite a ricevere i rifiuti ingombranti prodotti dai privati residenti nel comune o nei comprensori di comuni al cui servizio è adibita l’area. Con esclusione di alcune situazioni paradossali, come la stufa di recupero adattata artigianalmente alimentata con gli stessi rifiuti conferiti e accesa di fianco al cassone per la raccolta dei rifiuti plastici, con evidente pericolo di provocare un incendio, i diversi controlli hanno permesso di delineare un quadro di insieme abbastanza soddisfacente, evidenziando, però, accanto a situazioni di gestione eccellente, alcune criticità ed irregolarità spesso assai diffuse.
Le “isole ecologiche” sono state create per permettere lo smaltimento di quei rifiuti domestici, cosiddetti “ingombranti” o quelli, sempre domestici, ma pericolosi come batterie esauste, diverse tipologie di apparecchiature elettroniche, neon, recipienti per solventi o vernici, i quali o per dimensione o per tipologia, non possono essere gettati nei cassonetti. Comune denominatore per tutti i materiali, che finiscono in questi centri di raccolta, è che abbiano provenienza domestica e che non siano originati da attività produttive anche artigianali, queste ultime, infatti, sono soggette a specifiche modalità di smaltimento. Al contrario si è rilevato che comunemente nelle aree ecologiche, talvolta con la complicità degli stessi gestori, vengono conferiti rifiuti provenienti da attività produttive fraudolentemente presentati come conferimenti privati. Questa situazione oltre a costituire condotta illecita, comporta un illecito guadagno per coloro che hanno un’attività produttiva anche piccola, permettendo loro di azzerare i costi di smaltimento dei rifiuti, e, sul versante opposto, determina un innalzamento dei costi di gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani con il conseguente ricarico sulla tassa sui rifiuti a danno del singolo utente privato.
Altra criticità deriva dal fatto che, a differenza di quelli più virtuosi, i quali dotano i loro amministrati di apposito badge da impiegare ad ogni ingresso, alcuni centri di raccolta non registrano né pesano i conferimenti dei privati, ma si limitano alla verifica di unico requisito per il deposito quello della residenza nel territorio di competenza del cittadino, con la conseguente impossibilità di tracciare i rifiuti, facilitando di fatto i conferimenti illeciti.
Sono state irrogate sanzioni amministrative a carico di alcune imprese, anche individuali, che conferivano rifiuti provenienti dalla loro attività produttiva spacciandoli come domestici, in particolare rifiuti da demolizione, scarti di lavorazione dei serramenti in legno e parti di autovetture.
Per quanto riguarda le “isole ecologiche” sono in corso accertamenti per valutare le responsabilità dei gestori delle singole aree.