la situazione

Istituto Ubertini: “Salviamo almeno il nome”

La strada sarà lunga, e in salita, ma il sindaco di Caluso Maria Rosa Cena avrebbe già preso contatti in tal senso con l’Ufficio Scolastico Regionale

Istituto Ubertini: “Salviamo almeno il nome”

Se la «chiusura» dell’Istituto «Ubertini» è ormai cosa fatta, con il passaggio della sede di Caluso al «Martinetti» e di quella di Chivasso al «Newton», in questi giorni si lavora per salvare almeno il nome della scuola, che con i suoi 160 anni di storia è un vero e proprio simbolo del Canavese. La strada sarà lunga, e in salita, ma il sindaco di Caluso Maria Rosa Cena avrebbe già preso contatti in tal senso con l’Ufficio Scolastico Regionale.

Istituto Ubertini: “Salviamo almeno il nome”

Intanto, il suo collega Claudio Castello, primo cittadino di Chivasso, ha affidato le proprie perplessità ad una nota, poi superata dalle decisioni prese dai «piani alti» della politica: «L’amministrazione comunale condivide il “no” espresso a pieno titolo dal Consiglio d’Istituto del “Newton” che solleva rilievi sulla complessità organizzativa e gestionale di più plessi, sulla quantità ed eterogeneità di docenti e discenti coinvolti. A rischio è l’attuazione del Piano dell’Offerta Formativa».

Il commento di Clara Marta

Clara Marta, consigliera Metropolitana di Forza Italia, trova «Surreale che oggi la sinistra abbia il coraggio di attaccare la Regione Piemonte sul tema del dimensionamento scolastico. Il paradosso è evidente: il dimensionamento non è una scelta dell’attuale Governo nazionale o regionale, ma un obbligo imposto dal PNRR voluto dal Governo Draghi e dall’allora ministro Patrizio Bianchi – ex assessore regionale nella giunta del presidente PD Stefano Bonaccini. Oggi la sinistra finge di indignarsi per regole che lei stessa ha scritto e approvato. Non solo: chi oggi avanza delle critiche, dimentica – o a questo punto tenta di nascondere – che sono state proprio le Province amministrate dal centrosinistra a non decidere, a non proporre e a non assolvere al proprio ruolo. Il Piemonte avrebbe dovuto trasmettere al Ministero 15 proposte di accorpamento, ma ne erano arrivate soltanto 6: la commissione tecnica ha quindi assolto il proprio dovere, decidendo per le restanti mancanti, provenienti proprio da quei territori guidati dalla sinistra. È il solito copione: predicare bene e razzolare male, scaricare le proprie responsabilità sugli altri invece di fare autocritica».

Parla Paola Antonetto

Paola Antonetto, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, considera invece la polemica sugli accorpamenti «Pretestuosa e insensata. Il tema della delibera è la soppressione di codici meccanografici, non la chiusura di sedi scolastiche. Non solo le scuole resteranno aperte, ma verranno mantenute le segreterie, oltre al personale ATA, cosa che in passato non è avvenuta. Possiamo rassicurare le famiglie che non è in discussione né la chiusura delle scuole, né l’offerta formativa, ma aspetti meramente burocratici.
Si sta alimentando una polemica insensata, addirittura alimentando pericolosi allarmismi su fondamenti inesistenti. Affermare che si lede il diritto allo studio dei ragazzi è vergognoso, perché completamente falso. Sono vent’anni che vengono portati avanti procedimenti di accorpamento, in tutto il territorio regionale, anche durante i mandati delle Giunte di Centrosinistra, senza che sia stata sollevata la minima polemica. Per non parlare del fatto che se non si desse corso agli accorpamenti, verrebbero meno i fondi Pnrr ottenuti: ben lo sa la Regione Campania, che ha provato a fare ricorso al Tar ed è stata bocciata al Consiglio di Stato, col risultato di dover procedere in tutta fretta con l’unificazione degli istituti richiesta».