Istruttrice di astronauti | La storia di Liliana
Abita a Montanaro con la sua famiglia.
Istruttrice di astronauti. E' questa la professione di Liliana Ravagnolo che abita a Montanaro insieme alla sua famiglia.
Istruttrice di astronauti
Il suo è più che un mestiere, è una vocazione. Anzi una missione che ogni giorno riesce a svolgere non solamente con professionalità ma soprattutto con passione. E non si tratta di un incarico comune. Tutt’altro. E' un incarico importante che solamente poche donne in Italia esercitano. Liliana Ravagnolo ha da tempo intrapreso con successo la carriera di istruttrice di astronauti presso l’Altec di Torino, il centro di Eccellenza Nazionale a supporto delle operazioni della Stazione Spaziale Internazionale e di missioni per l’esplorazione spaziale.
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Come è iniziato il suo interesse per lo spazio?
«E’ iniziato per caso, seppur ho sempre avuto la passione per lo spazio, mi sono laureata in un altro settore e, cioè, in psicologia del lavoro. Venni assunta nel 1987 nell’allora Aeritalia dove per una decina di anni mi sono occupata dell’ufficio personale. Per motivi personali richiesi il part time che non c’era possibilità in quel momento di avere, mi proposero quindi di passare ad occuparmi del training presso il Kennedy Space Center e l’anno successivo con un mio collega siamo stati i primi europei a seguire la scuola per istruttori della Nasa, conseguendo la certificazione Nasa. Pur non avendo inizialmente una preparazione in questo ambito, avevo le caratteristiche giuste per svolgere questo lavoro che richiede costanza e soprattutto la volontà di imparare sempre cose nuove».
In che cosa consiste essere un addestratore di astronauti?
«Il training per addestrare gli astronauti è molto complesso e dura parecchi anni, richiede dei requisiti specifici ed è suddiviso in tre fasi principali che sono il basic training, il pre assignment training e l’assigned crew training per preparare sia sotto l’aspetto pratico che teorico l’astronauta alla missione mediante addestramenti specifici».
Di che cosa si occupa attualmente?
«Sono responsabile dell’addestramento del personale di terra del nuovo centro di controllo del rover per l’operazione ExoMars, un progetto per l’Agenzia Spaziale Europea. Si tratta di una missione che partirà nel 2020, il rover è simile al robot inviato dalla Nasa su Marte per raccogliere campioni sulla superficie. Questa nuova esplorazione su Marte avrà invece la particolarità che il robot oltre a raccogliere campioni dalla superficie avrà la possibilità di prelevare campioni fino a 2 metri nel sottosuolo. E l’interessante di questa operazione sarà che il centro di controllo di comando è proprio a Torino. La centrale operativa seguirà la missione direttamente da Altec».
Qual è un aneddoto curioso della sua esperienza lavorativa?
«Un fatto curioso che mi ha colpito è avvenuto durante il periodo di un training per l’Attached Phase di Atv. Mi sono occupata di cinque voli per circa una quindicina di anni. Questo mi ha permesso di conoscere astronauti russi e americani. Quello che mi ha particolarmente colpito è che questi astronauti sono sempre stati molto disponibili ed aperti al confronto, pur avendo tantissima esperienza. E’ stato per tutti un periodo formativo e stimolante».
Infine, qual è stato il momento più difficile della sua carriera?
«Il momento più difficile è quando ho iniziato questo lavoro avendo ancora piccole le mie due figlie. Non è stato facile coniugare questa professione che mi piace moltissimo con gli impegni di famiglia che ho dovuto in quegli anni portare a Colonia in Germania durante il training presso l’European Astronaut Center. Un’esperienza comunque felice che mi ha dato tanto nella vita».