CHIVASSO

La città dà l'ultimo saluto a Giorgio Tappero

Sono moltissimi coloro che hanno voluto accompagnare l'ex assessore nel suo ultimo viaggio

La città dà l'ultimo saluto a Giorgio Tappero
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La città dà l'addio a Giorgio Tappero. Sono moltissimi coloro che hanno voluto accompagnare l'ex assessore nel suo ultimo viaggio.

La città dà l'addio a Giorgio Tappero

Se c’è una cosa che a Giorgio Tappero non sarebbe piaciuta, sicuramente sarebbe la falsa commozione di chi ora lo ricorda pur avendolo sempre criticato. Giorgio era schietto, a volte fin troppo, e avrebbe rispedito al mittente queste agiografie di cortesia, pronunciate per avere una pacca sulle spalle o scritte per un like o un cuoricino, dinamiche che conosceva perfettamente pur non avendo mai risposto al richiamo dei social.

Se ne è andato, Giorgio, in un freddo lunedì di maggio, proprio mentre la città, come l’intero Piemonte, inizia a scaldarsi per la campagna elettorale per le Regionali. E oggi, giovedì 9 maggio 2024, sono in moltissimi coloro che voglio dargli l'ultimo saluto. Tra loro gli ex sindaci Bruno Matola e Andrea Ferrero oltre a moltissimi esponenti del mondo politico e sportivo non solo locale.

Le parole di don Davide

Una cerimonia molto partecipata durante la quale don Davide Smiderle, parroco di Chivasso, ha ricordato Giorgio:

E' una persona che hanno dedicato il suo tempo sapendo alla città con grande passione. E per questo a Giorgio diciamo grazie.

Poco più di una settimana fa era proprio qui al battesimo di Gioele. Adesso ci aspetta in Paradiso.

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Il ricordo della figlia

Il ricordo della figlia Emanuela:

«Papà era una presenza costante nella mia vita... Se non mi chiamava così tante volte al giorno non era lui… Capitava che quando discutevamo non chiamava e mi mancava non sentirlo. Mi faceva ridere che tramite mia mamma mi mandava qualcosa (parmigiano, fazzoletti, qualsiasi cosa come se fosse una bandiera bianca). Io e lui discutevamo spesso ma è l’unica persona che subito dopo mi mancava. Avevo sempre bisogno della sua approvazione, volevo che fosse orgoglioso di me. Credo e spero di averlo reso orgoglioso in qualche modo. Papà era una di quelle persone che se gli avessi chiesto la luna sarebbe andato a piedi a prendermela, e non parlo di cose materiali. Lui per rendermi felice faceva di tutto. Io e lui avevamo un rapporto tutto nostro: abbiamo riso insieme, abbiamo litigato, abbiamo pianto, abbiamo affrontato tutto insieme, sempre dalla stessa parte! Il rapporto con Alessio, il mio compagno, è come se fosse il figlio maschio che non aveva mai avuto. Mancherà non vederli più complici. Il rapporto con mio figlio Gioele, quando nonno Giorgio lo guardava, anche senza dire nulla, lui gli sorrideva, sempre! Racconterò a Gioele del suo Nonno, della persona buona e generosa che era, della simpatia travolgente, del suo essere tanto di tutto. Era davvero una persona a cui diventava difficile non volergli bene, lui c’era sempre per tutti, dove c’era qualcuno in difficoltà lui faceva il possibile per aiutarlo e ci riusciva sempre. Il suo essere così grande ai miei occhi l’ha reso invincibile, un uomo che pensi che non possa mai andarsene perché tutti abbiamo bisogno di un Giorgio nella nostra vita. Dire che mi mancherà è scontato, so che vivrà con me e attraverso di me. Pensiamo sempre di avere così tanto tempo e invece non è mai abbastanza... Ti voglio bene papà, per sempre la tua Chicchi».

Un grande politico e sportivo

Lui, più che per la politica, viveva per questi appuntamenti elettorali, giorni, settimane e mesi in cui si trasformava diventando una autentica macchina da voti.

Sul suo tavolino, da Bonfante come da Piccoli, vedeva passare l’intera città, volti e nomi che catalogava nella sua mente sempre in movimento.

Figlio di commercianti, il padre Giuseppe era stato titolare del «Bar Muzio» di via Torino (poi Fenice) e storico presidente dell’Urs La Chivasso, aveva iniziato da piccolo a calpestare l’erba del «Pastore». Era bravo, Giorgio, a prendere a calci il pallone, e per questo era stato notato e scelto per indossare la maglia bianconera delle giovanili della Juventus.

Poi la vita per lui ha scelto altre strade, e con la stessa passione con cui puntava alla porta Giorgio ha iniziato ad occuparsi della vita politica cittadina.

La prima candidatura negli Anni 70, nel Partito Liberale, accanto a Gastaldo, Carlucci e Giacoletti, e il mancato ingresso a Palazzo Santa Chiara (sindaco Giovanni Chiavarino) per un paio di voti.

Poi, il passaggio nelle fila dei Socialisti e l’inizio di una carriera che l’ha portato più volte a ricoprire la carica di assessore. Allo sport, naturalmente, con Fluttero e con Matola.

Tra i risultati di cui andava più orgoglioso ricordiamo senza dubbio il PalaLancia, il rifacimento dello stadio «Paolo Rava», il recupero dei campetti sportivi nelle frazioni, il primo rifacimento del campo Pastore (compreso il manto erboso in materiale sintetico), l'impianto di via Gerbido e la pista da pattinaggio di viale Vigili del Fuoco.

Gli amici della politica

Andrea Fluttero, sindaco di Chivasso dal 1997 al 2006, è stato tra i primi a voler ricordare Giorgio Tappero: «Ciao Giorgio, amico mio. Sei stato un numero 1. Che devi dire. Giorgio era Giorgio. E’ stato un personaggio unico per Chivasso. L’ho conosciuto da vicino per via della politica (prima solo di vista, era di qualche anno più grande di me) poi le nostre strade si sono incrociate ai tempi di “Caro Mario” (i più “maturi” se la ricordano) perché era stato l’anima della lista centrista di Nevio Coral che aveva avuto come candidato sindaco Mario Bonardo. Poi dopo la nota lettera, è nata una collaborazione e poi una grande amicizia.
Nel mio primo mandato, dopo la revoca delle deleghe a Verna, Forza Italia mi aveva tolto il sostegno per farmi cadere, ma ero rimasto in sella dopo il passaggio di Tappero in Forza Italia (con Nuove Energie) accanto a Colosimo. Verso la fine del mandato trovai l’accordo con Forza Italia dando al partito due assessorati, Giachello e Del Bene, con l’accordo scritto che mi avrebbero garantito la candidatura dei quattro che mi erano rimasti fedeli: Barigozzi, Colosimo, Matola e Tappero.
Al momento della corsa per la rielezione, ero molto forte, Forza Italia ha disatteso l’accordo e io e Giorgio (che con i voti che aveva avrebbe potuto tranquillamente entrare in AN) abbiamo creato la lista “Per Chivasso con Fluttero” riuscendo a vincere le elezioni e far eleggere due consiglieri, Giorgio e Matola, con fuori Colosimo e Barigozzi. A quel punto Giorgio è stato nominato assessore, per far entrare Barigozzi, e Matola presidente del Ciss, così è entrato anche Colosimo. Così, grazie a Giorgio, ho salvato i quattro che mi erano stati fedeli e scaricati da FI nonostante l’accordo».

Per Enzo Falbo, collega di Consiglio da dopo le dimissioni di Mario Bonardo e in giunta ai tempi di Bruno Matola: «Da oggi andare in via Torino non sarà più lo stesso. Mi mancheranno le nostre chiacchierate, le tue battute sempre puntuali e le risate. Abbiamo passato tanti anni in consiglio comunale prima in giunta dopo e con te non ci si annoiava mai. Il messaggio di Emanuela di stasera mi ha lasciato senza parole, te ne sei andato troppo presto. Voglio ricordarti così: sorridente! Ciao Giorgio!».
«Giorgio era Giorgio - aggiunge Falbo - su di lui si potrebbe scrivere un libro. Era molto scaramantico, e se si arrabbiava lo faceva sul serio. Era un amico».

Così Bruno Prestia: «Questa sera ho ricevuto un'altra bruttissima notizia, inaspettata e che mai avrei voluto ricevere... Ci ha lasciati l'amico Giorgio Tappero. Fu lui il primo a credere, nel lontano 2002, nel sottoscritto, inserendomi insieme a Bruno Matola nella lista civica “Per Chivasso con Fluttero”, alla mia prima candidatura. Abbiamo condiviso un sacco di esperienze, mille campagne. Da tempo avevi lasciato il testimone a tua figlia Emanuela, ma la tua passione era sempre presente. Sei stato il primo a chiamarmi per farmi i complimenti alla mia elezione due anni fa, il primo ad aiutarmi nella creazione dell'Associazione Galileo Ferraris che avevo desiderato fortemente creare... Ci siamo sentiti quando sei diventato nonno ed eri felice. E ancora, quando mi avevi chiesto di recente, di seguire la situazione di una persona. Eri sempre e comunque appassionato, chiedevi di tutti, novità e attività quando ci sentivamo. Com'è Giorgio? Suma sì, mi rispondevi, e via col gossip politico locale e non... Ricorderò con piacere la tua grande simpatia, le risate in mille campagne e anche i tuoi tortuosi ragionamenti quando era ora di fare una campagna... “Tlas capime?!”, dicevi... Di certo, posso dire che con me hai sempre mantenuto la parola. Lunedì sera, al Teatro dell'Oratorio, dove si parlava di politica, la tua vita, ho dedicato a te (e Piervanni), un commosso minuto di silenzio... Ciao Giorgio, fai buon viaggio».

 

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