La città indignata per il giovane senza fissa dimora che da settimane bivacca in centro
Dorme su un materasso buttato accanto ai bagni di via Po
Dopo «Linus», il senza fissa dimora originario (forse) dello Sri Lanka che esattamente un anno fa bivaccava sulle panchine di Chivasso, tra i viale e il parco di viale Cavour, portando sempre con sé una coperta che gli è valsa appunto quel soprannome, in queste settimane la Città si è trovata a gestire un altro «invisibile».
La città indignata per il giovane senza fissa dimora che da settimane bivacca in centro
Si tratta di un uomo di mezza età, di origine rumena, con più di un problema con l’alcol. Le sue giornate le passa sulle panchine, da piazza Carlo Noè a via Torino, dai giardinetti all’ex campo Enel a quelli di via Po, in un continuo via vai nei bar da cui esce con un bicchiere di prosecco o con una bottiglia di birra, pagati sempre in contanti.
Poi, tra una bevuta e l’altra (c’è chi dice che in un giorno sia riuscito a bere più di trenta bicchieri di vino bianco) trasforma in bagno il primo angolo che gli capita a tiro, dal muro di una casa a un palo dell’illuminazione pubblica.
Stanchi di questa situazione, insostenibile anche solo dal punto di vista igienico, nei giorni scorsi numerosi cittadini hanno chiesto l’intervento delle Forze dell’Ordine, Carabinieri e agenti della Polizia Locale che hanno poi fatto accompagnare l’uomo in ospedale.
Tempo due ore ed era di nuovo in strada.
Per la notte ha trovato rifugio in via Po, su di un materasso lercio gettato accanto ai bagni pubblici, e questo sta creando non pochi problemi alle famiglie con bambini che frequentano l’area nel tardo pomeriggio o nella prima mattinata.
Forse chi di dovere spera che, come era avvenuto con «Linus», un bel giorno lasci da solo la città, un sistema decisamente pilatesco per affrontare il tema degli «ultimi»: ignorarli, infatti, non significa aiutarli...