La città piange il suo Dorino, Alpino sino al midollo e cuoco della Pro Loco
Il vicesindaco Bianchetti ricorda Finotti: «Un grande esempio di educazione, rispetto e di amore per il suo paese»
LivLa comunità di Livorno Ferraris piange la scomparsa di Isidoro Finotti, meglio conosciuto come Dorino, una figura storica del mondo dell’associazionismo locale. Finotti è stato per anni un punto di riferimento per la comunità, grazie alla sua dedizione al lavoro, alla sua presenza costante nelle attività della Pro Loco e nel Gruppo Alpini, e al suo spirito instancabile e generoso.
La città piange il suo Dorino
Dorino ha lavorato per molti anni presso la Tenuta Murone, impegnandosi come agricoltore, una professione che ha sempre portato avanti con umiltà e determinazione. Ma è nel campo del volontariato che il suo nome è diventato un sinonimo di dedizione, sempre disponibile a dare una mano in ogni iniziativa e a sostenere ogni progetto con la sua forza lavoro e la sua energia.
La sua morte ha lasciato un vuoto profondo, e lo dimostrano le tante parole d’amore e affetto di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e lavorare al suo fianco.
Alpino sino al midollo e cuoco della Pro Loco
Il vicesindaco Mara Bianchetti lo ha ricordato con affetto, sottolineando la sua instancabile disponibilità e il suo esempio per le generazioni più giovani: «Dorino è stato un grande esempio di educazione, rispetto e di amore per il suo paese. Ho avuto il piacere di conoscerlo come attivissimo membro della Pro Loco, sempre il primo ad arrivare e l'ultimo ad andare a casa, instancabile! Aveva sempre una parola per tutti e soprattutto con i giovani, per spronarli ad essere attivi per Livorno! L'altra sfera della vita speciale di Dorino e che ho avuto il piacere di condividere è stato quello del mondo degli Alpini, a cui lui teneva profondamente. Dorino non rimarrà solo nelle tante foto che tutti conserviamo proprio perché così attivo nella vita del nostro paese, ma anche nei nostri cuori, ricordando un uomo saggio, dolce e speciale. Ciao Dorino».
La sua partecipazione attiva non si limitava alla Pro Loco e agli Alpini, ma abbracciava anche altre realtà locali, come testimonia Maria Beatrice Aimaro della Compagnia del Teatro Instabile: «Dorino ha sempre collaborato con noi della Compagnia del Teatro Instabile con entusiasmo e la massima disponibilità. Era una gran brava persona, semplice, calma, sempre positiva. Provavo per lui un affetto sincero e mancherà a me come a tantissimi altri livornesi».
Il contributo di Dorino alla Pro Loco di Livorno Ferraris, soprattutto in cucina come cuoco, è stato altrettanto rilevante, come ha dichiarato Ivan Decaroli, presidente dell’associazione: «Con profonda tristezza ricordiamo Dorino, membro instancabile della nostra associazione, che fino all’ultimo ha donato il suo tempo, la sua passione e il suo impegno. Il suo esempio resterà per sempre nella memoria di tutti noi, come modello di dedizione e di servizio alla comunità. Ci mancherà profondamente, ma il suo spirito continuerà a vivere nelle nostre attività e nel nostro cuore».
Dorino era anche un Alpino, una parte fondamentale della sua vita. La sezione alpini di Livorno Ferraris ha espresso il proprio cordoglio attraverso le parole di Stefano Trento, ricordando la sua indissolubile appartenenza a questo gruppo: «Dorino Alpino fino al midollo, ha fatto il militare alla Testa Fochi di Aosta. Persona dalla personalità dura perché la vita lo ha temprato fin da piccolo, assiduo frequentatore della vita alpina, non mancava mai a un’adunata. Sempre disponibile ad aiutare il prossimo, era un uomo dal cuore immenso e generoso con tutti. Noi del Gruppo di Livorno Ferraris perdiamo un nostro fratello Alpino. Ciao Dorino, seguici e indicaci il sentiero da seguire da lassù!».
La figura di Isidoro Finotti ha lasciato un segno indelebile nella città di Livorno Ferraris. Sempre presente, sempre pronto a dare una mano, Dorino è stato un esempio vivente di cosa significhi essere parte di una comunità. La sua umiltà, la sua disponibilità e il suo amore per il territorio continueranno a vivere nei cuori di chi lo ha conosciuto e nelle numerose attività a cui ha dedicato la sua vita.