La denuncia: "Nostra figlia vive tra topi e fango"
Un anno fa lo sfratto da casa ha segnato l’inizio dei problemi per Giancarlo Riva.

La denuncia: "Nostra figlia vive tra topi e fango". E' questa la situazione della famiglia Riva dopo lo sfratto dello scorso anno.
La denuncia: "Nostra figlia vive tra top e fango"
Un anno fa lo sfratto da casa ha segnato l’inizio dei problemi per Giancarlo Riva, la sua compagna Vera Iovanovich e la loro figlia. Costretti a trovare altre sistemazioni, ripari provvisori per evitare la strada, la famiglia Riva si è scontrata contro muri da parte delle istituzioni. Lui, per un periodo di alcuni mesi, ha trovato ospitalità da conoscenti a Maglione, lei invece è tornata a vivere dai suoi genitori portandosi la piccola che oggi ha 16 mesi.
Il racconto
«Tuttavia - racconta l’uomo - le condizioni in cui viviamo non sono dignitose per una persona, ancora peggio per una bambina così piccola». La sistemazione infatti è in via Germagnano, a Torino, al campo nomadi, luogo più volte balzato alle cronache per le drammatiche condizioni igienico sanitarie e per la presenza di fumi tossici che compromettono la salute dei residenti del quartiere. «Siamo preoccupati per nostra figlia - prosegue l’uomo -. Dorme con i topi, tra il fango. E’ una condizione inaccettabile per chiunque, ma a Settimo, nella mia città, nessuno ci da aiuto. Da pochi mesi ho trovato lavoro, ma quello che prendo non mi è sufficiente a mantenere la mia famiglia». Il Comune, dopo lo sfratto, pare abbia tolto la residenza sul territorio a Giancarlo Riva e l’assessorato alle Politiche Sociali, adesso, non ha più competenze per intervenire. «Ho vissuto a Settimo per 11 anni almeno - conclude -.
Cancellato all'anagrafe
E’ bastato allontanarmi per pochi mesi, a causa di una grave situazione che stavamo affrontando, per essere cancellato dall’anagrafe e adesso nessuno ci aiuta, nonostante ci sia una minore costretta a vivere in condizioni non salutari». L’assessore alle Politiche Sociali Massimo Pace commenta: «Stiamo cercando una soluzione adeguata perché c’è di mezzo un minore piccolo».
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