La «fabbrica» della droga: 4 arresti, sequestrate 600 piante di marijuana
Blitz da parte dei carabinieri di Cavagnolo e Verolengo.

La «fabbrica» della droga: 4 arresti, sequestrate 600 piante di marijuana. Effettuato un blitz da parte dei carabinieri di Cavagnolo e Verolengo. In manette gli operai, ora si cercano i «padroni».
La «fabbrica» della droga
Seicento vasi, seicento piante di marijuana alte più di un metro e perfettamente curate anche grazie a un impianto elettrico degno di un ingegnere.
Sono da poco passate le sette di lunedì 1 marzo quando i carabinieri di Cavagnolo, coordinati dal Maresciallo Gianni d’Angelo (con l’appoggio dei colleghi di Verolengo, Luogotenente Bruno Enrico Ajelli) fanno irruzione in una casa «abbandonata» lungo la ex statale 590 della Valle Cerrina, in località Pirenta di Brozolo, all’angolo con via Vignali.
All’interno quattro persone (un italiano residente a San Mauro Torinese e tre albanesi di Torino) intente a curare la piantagione.
Nel giro di pochi minuti la casa (di proprietà di un torinese che adesso dovrà spiegare molte cose agli inquirenti) viene circondata dai militari della Compagnia di Chivasso, al comando del Capitano Luca Giacolla, che capiscono subito di trovarsi davanti ad una vera e propria «fabbrica» di droga, allestita con quanto di meglio possa offrire la tecnologia.
Ci sono tubi per l’irrigazione, lampade in grado di mantenere una temperatura costante sistemi per il ricircolo dell’aria e un impianto di controllo elettrico sicuramente realizzato, come detto, da un professionista.
Sei le stanze trasformate in serre per la coltivazioni della cannabis, mentre in altri locali gli uomini dell’Arma hanno trovato e posto sotto sequestro essiccatori e materiale per il confezionamento dello stupefacente.
Come se non bastasse, il complesso sistema elettrico era stato allacciato abusivamente alla rete pubblica.
Ora (in attesa dell’udienza di convalida dei quattro arresti e delle successive decisioni della magistratura) le indagini possono considerarsi praticamente all’inizio, dato che l’obiettivo dei carabinieri è arrivare ai «proprietari» della marijuana.
I precedenti
Mai come negli ultimi anni la zona della Valle Cerrina è stata teatro di importanti sequestri di marijuana ad opera delle Forze dell’Ordine.
Lauriano, La Villa
Un cancello alto due metri, telecamere in ogni angolo, misure di sicurezza decisamente «eccessive» per un casolare immerso nei boschi di frazione piazzo di Lauriano, lungo la strada che porta alla Valletta.
E’ l’agosto del 2019 quando i carabinieri di Chivasso e Casalborgone scoprono una vecchia villa trasformata in bunker, con pareti schermate, lampade e sistemi di ventilazione collegati abusivamente alla rete elettrica pubblica. All’interno, 1264 piante di marijuana, di cui 803 recise e le restanti di altezza variabile tra 70 centimetri e 2 metri. E ancora 38 kg di infiorescenze di marijuana, varie lampade di riscaldamento da 600 watt, ventilatori e un impianto di climatizzazione alimentato da 8 motori. Una successiva perquisizione ha permesso di sequestrare 132 mila euro in contanti (chiusi nel cellophane e nascosti nella caldaia, in stile «narcos») e un altro quintale di marijuana.
L’Isoletta nel Po
Un anno prima, era infatti l’agosto del 2018, i carabinieri di Casalborgone coordinati dal Maresciallo Americo Celani individuano una piantagione nel bel mezzo del «nulla», su un isolotto a valle del ponte della ferrovia, sul fiume Po: nemmeno i pescatori battono quella zona.
Settimane di indagini, di appostamenti, di attesa, poi il blitz accompagnato dal volo dell’elicottero dell’Arma di Volpiano
In manette anche in quel caso due albanesi, arrivati a Torino da poco, che per più di un mese hanno accudito quelle cinquecento piantine, prima alte pochi centimetri, arrivate ad un’altezza di quasi due metri.