Il caso

Bau Bau, la politica tocca il fondo: Perfetto abbaia a Falbo di FdI

Ennesimo penoso teatrino durante il Consiglio Comunale di Chivasso. Durissima la reazione delle forze di minoranza

Bau Bau, la politica tocca il fondo: Perfetto abbaia a Falbo di FdI

Ennesimo penoso teatrino durante il Consiglio Comunale di Chivasso che si è tenuto a Palazzo Santa Chiara nella serata di martedì 4 novembre. Durante la discussione sul caso mensa, il presidente del Consiglio Comunale Alfonso Perfetto ha “abbaiato” contro il capogruppo di Fratelli d’Italia, Enzo Falbo.

La politica ha toccato il fondo: Perfetto “abbaia” contro Enzo Falbo

Motivo della discussione la richiesta della minoranza di poter scattare fotografie o realizzare filmati durante i sopralluoghi della commissione mensa (sempre comunque concordati preventivamente – e quindi non a sorpresa con tutte le possibile conseguenze del caso) proposta rispedita al mittente da Claudio Castello che ha sostenuto come le prove fotografiche sminuiscano il lavoro della commissione.

A questo punto diventa difficile pensare ad una maggiore partecipazione alla vita politica chivassese, soprattutto simili comportamenti portano la firma della più alta carica del Consiglio Comunale. Carica che, ricordiamo, è l’unica del Consiglio con uno “stipendio” degno di questo nome, sui 1800 euro lordi.

La mozione d’ordine

Immediata la reazione della minoranza, che con una mozione d’ordine presentata da Matteo Doria ha chiesto le immediate scuse da parte di Perfetto, che ha ribadito di aver “abbaiato” in quanto sentitosi preso in giro da Falbo.

Perfetto ha poi chiesto scusa, ma Falbo ha preso la parola rimarcando come il ruolo di Perfetto non possa assolutamente essere collegato a simili comportamenti: “Se questa è la persona che vi rappresenta in questo Consiglio Comunale vi faccio tanti auguri. Non finisce qua. Quello che lei ha fatto oggi è di una gravità inaudita e in 30 anni di politica non ho mai visto un Presidente del Consiglio che abbia insultato un consigliere di maggioranza e opposizione. Le scuse non me le faccia perché non le accetto”.

 

Il riferimento ad Augusta Montaruli

Il riferimento è ad Augusta Montaruli, l’onorevole di Fratelli d’Italia che ha “abbaiato” durante la trasmissione Tagadà, su La7.

 

La reazione dell’opposizione, la dichiarazione del consigliere Prestia

“È un peccato che in una seduta di Consiglio si arrivi a questo, squalifica a mio avviso tutta l’istituzione ed allontana sempre più i cittadini, che penso sia il riscontro negativo più importante.  – Afferma Prestia – Il confronto acceso ci sta anche, io stesso solo uno piuttosto passionale nelle discussioni, ma non deve mai mancare il rispetto da entrambe le parti e della persona. Ieri in maggioranza erano agitati, probabilmente per questioni loro interne, ma non si può riversare sull’operato del Consiglio”.

Il commento della consigliera d’opposizione Clara Marta

“Il Consiglio Comunale di martedì sera si è aperto con un’interrogazione sull’utilizzo… fantasioso della fascia tricolore da parte di un Assessore, immortalato mentre la indossava come se non ci fosse un domani, e soprattutto senza uno straccio di giustificazione istituzionale. – Dice la consigliera Clara Marta –  E bastava davvero poco:
una spiegazione semplice, un “sì, è stato un errore”, e si andava avanti.
Invece ci siamo ritrovati davanti a una scena più da commedia all’italiana che da sala consiliare, con un atteggiamento alla “io sono io e voi non siete…”.

Poi c’è il capitolo delle risposte mancate.
Ricordiamolo: rispondere in aula non è un favore personale, è un dovere.
Ma anche ieri sembrava vissuto più come un fastidio che come una responsabilità.

E arriviamo alla scena che resterà a lungo nella memoria dell’aula:
la discussione sulla Commissione Mensa.

Un momento in cui sarebbe servito un minimo di forma.
E invece il Presidente del Consiglio ha deciso di rivolgersi al consigliere Falbo fratelli dí Italia abbaiando.
Sì, davvero: BAU BAU.
Un gesto che non richiede commenti aggiuntivi: parla da sé. Che una persona possa perdere la misura per un attimo è umano. Ma quando si presiede un’assemblea pubblica, quell’attimo diventa istituzionale.
E ha un peso che non si può liquidare con leggerezza. La città merita un Consiglio che usa le parole, non i versi.
E amministratori che ricordino, sempre, che il decoro istituzionale non è un accessorio: è il fondamento minimo di chi rappresenta una comunità. Perché, alla fine, il punto non è il verso in sé. È che tutto questo è accaduto in un Consiglio Comunale. Un luogo dove ci si aspetta confronto, non imitazioni sonore”.