LEZIONI A DISTANZA

La scuola al tempo del Coronavirus

Si, perché dal 24 febbraio ormai le scuole, di ogni ordine e grado, sono chiuse e lo saranno almeno sino al 4 aprile compreso.

La scuola al tempo del Coronavirus
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Il Coronavirus ha cambiato anche il modo di insegnare ai docenti e di apprendere gli alunni. Si, perché dal 24 febbraio ormai le scuole, di ogni ordine e grado, sono chiuse e lo saranno almeno sino al 4 aprile compreso.

La scuola al tempo del Coronavirus

Il Coronavirus ha cambiato anche il modo di insegnare ai docenti e di apprendere gli alunni. Si, perché dal 24 febbraio ormai le scuole, di ogni ordine e grado, sono chiuse e lo saranno almeno sino al 4 aprile compreso. Dunque i docenti, per procedere con il programma hanno dovuto cambiare modo di lavorare. Sono dovuti passare da quella che è la tradizionale didattica a quella digitale. Dunque, ogni docente al proprio computer, naturalmente con una webcam attivata, insegna ai ragazzi che, ognuno nella propria stanza con un pc, ascoltano, interagiscono e dunque apprendono quanto studiato.

La realtà dell'Istituto comprensivo di Verolengo

E così avviene all’Istituto Comprensivo di Verolengo, più precisamente nelle scuole medie di Verolengo, Torrazza e Rondissone come spiega il docente nonché responsabile digitale Antonio Riggio:

«Anche Istituto Comprensivo di Verolengo è riuscito ad adottare la nuova metodologia di insegnamento. Abbiamo attivato i mezzi che il web ci propone per continuare il nostro programma nel miglior modo possibile. Questo cambiamento non è stato facile, è stato difficile accettare il cambiamento anche da parte dei miei colleghi che erano restii all’utilizzo della tecnologia. Ma una volta superato lo scoglio, appreso le tecniche necessarie per cominciare le lezioni digitali, anche tra noi docenti è nata un’ottima collaborazione: quelli meno esperti di web chiedevano supporto a coloro che avevano maggiore conoscenza. Per quanto riguarda le lezioni si svolgono sulla piattaforma SGoogle dove è possibile chattare, video conferenze e condividere documenti con gli alunni senza avere il loro numero di telefono e. E io sono docente di matematica e scienze, organizzo lezioni da tre ore dove non solo spiego, ma dove i miei alunni intervengono ponendo non solo domande ma svolgendo anche esercizi che poi correggiamo tutti insieme. Gli alunni hanno risposto bene a questa sperimentazione partita dalla scorsa settimana, hanno superato le difficoltà e più volte mi hanno spiegato che questo tipo di didattica li tiene più attenti, perché hanno minori distrazioni: insomma è come se io fossi un tutor personale per ognuna di loro. Sono molto interessati al programma che stiamo svolgendo e di volta in volta mi chiedono quando sarà la prossima lezione e cosa si studierà. Anche se in realtà a loro manca, come manca anche noi docenti, il rapporto quotidiano. Naturalmente non si effettuano verifiche ma nei prossimi giorni proporrò loro dei quiz per capire se hanno compreso il programma e se si può andare avanti, oppure se è meglio soffermarci su un determinato argomento. E dunque la scuola va avanti, non ci siamo fermati e questo lo si deve anche alla neo dirigente che nel suo anno di prova si sta trovando ad affrontare non poche difficoltà ma con grande maestria ci ha spronati ad andare avanti, ad adottare queste nuove tecnologie per non lasciare soli i nostri alunni. E nell’organizzazione di questa nuova didattica la dirigente ha avuto un ruolo centrale, è sempre stata presente i nostri incontri digitali incoraggiandoci».

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