giorni da incubo

«La vacanza in Grecia si è trasformata in un incubo, credevamo di morire»

Tre chivassesi raccontano il loro incubo tra fiamme e fumo

«La vacanza in Grecia si è trasformata in un incubo, credevamo di morire»
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E' partita come una vacanza ma dopo pochi giorni si è trasformata in un incubo. Giada Licata con il papà Domenico e la sorella Giorgia sono i chivassesi che hanno vissuto la terribile esperienza dell'incendio di Rodi e che, costretti a scappare dall'hotel in cui alloggiavano nella zona di Kiotari dove le fiamme sono divampate, sono rientrati da poco a Chivasso tirando finalmente un respiro di sollievo.

«La vacanza in Grecia si è trasformata in un incubo, credevamo di morire»

«Sono stati momenti terribili, ho pensato di morire, ma alla fine ha prevalso la forza e abbiamo affrontato la fuga insieme a tanti altri turisti spaesati ed impauriti come noi» , ha raccontato Giada. «Tutto è iniziato con un forte odore di fumo, la mattina dopo sembrava tutto a posto e siamo andati in spiaggia; nel giro di un'ora l'aria è diventata arancione e irrespirabile, non avevamo nulla con noi ma tornare in hotel era impensabile data la colonna di fumo che vi era alle spalle. Ci hanno fatto evacuare: avevamo le fiamme da una parte e il mare dall'altra, dopo esserci riparati dietro una conca che rendeva l'aria quanto meno respirabile hanno iniziato ad arrivare piccole barche sulla spiaggia a supporto della guardia costiera. Siamo saliti e siamo stati portati su una nave più grossa in mezzo al mare che ci ha poi portato a Rodi città, a Nord dell'isola. I centri di accoglienza erano pieni e dopo una prima notte su una nave siamo stati accolti in un cinema dove abbiamo passato una seconda notte prima di trovare una pensione e poi una casa dove ci siamo trasferiti insieme ad altra gente conosciuta sul posto».

 

«Nello scenario da guerra in cui ci siamo trovati è impossibile non ricordare con affetto e gratitudine le persone che ci hanno aiutato, chi prestandoci i vestiti, chi facendoci fare una doccia in casa loro, chi assistendoci per i pasti.  - Prosegue la giovane chivassese - Dopo aver contattato Alpitour, con cui abbiamo organizzato il viaggio, siamo riusciti a tornare all'albergo, che in parte era bruciato, per recuperare le nostre cose e soprattutto i documenti per rimetterci in viaggio. Anche il ritorno non è stato facile: i posti messi a disposizione dalla Farnesina per i voli di rientro sono andati presto esauriti e ci siamo dovuti arrangiare comprando di tasca nostra un nuovo volo. Tornati a casa resta lo smarrimento per aver vissuto una situazione che non pensavamo avremmo mai visto in vita nostra, fortunatamente il momento in cui ci siamo spostati verso la spiaggia con gli asciugamani bagnati in volto per riuscire a respirare è stato di giorno: se una cosa del genere fosse successa di notte non so se e come sarebbe finita».

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