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L'addio al cuore granata Mauro Adda: "Non ti dimenticheremo mai"

Aveva 61 anni, ucciso da un malore mentre si trovava al lavoro alla «Thales Alenia Space Italia» di Torino.

L'addio al cuore granata Mauro Adda: "Non ti dimenticheremo mai"
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Non bastavano le navate del Duomo di Chivasso, lunedì 24 aprile, a contenere le centinaia e centinaia di persone che hanno voluto salutare per l’ultima volta Mauro Adda, 61 anni, ucciso da un malore mentre si trovava al lavoro alla «Thales Alenia Space Italia» di Torino.

Addio a Mauro Adda, cuore granata: "Non ti dimenticheremo mai"

La notizia della sua scomparsa è arrivata in città nel pomeriggio di giovedì 20 aprile, e l’incredulità è stata presto soppiantata dal dolore per aver perso un amico e per non poter lenire quello della moglie Antonella, dei figli Chiara e Federico, della mamma Mariuccia e del papà Walter, della sorella Mara con Marco.
Grande appassionato di calcio e tifoso del Torino, Mauro era un vero «cuore granata», sempre pronto alla battuta e a scatenare una risata, ma senza mai superare quel senso del «rispetto» che ora tutti ricordano.

I ricordi

«Ciao Mitico Mauro - ricorda Elena - sei e sarai sempre tra noi. Ti ricordi quando dicevi “l’aria è di tutti!” frase entrata nella storia tra noi del gruppo storico Olivetti».
«Ciao Mister, che brutto scherzo ci hai fatto - scrive Piergiacomo Verga - Non riesco a crederci. Se ne và un granata vero, un amico buono. Grazie Mauro per le belle giornate trascorse insieme. E saluta Pietro e gli Invincibili».
Fabrizio Broggini, amico di sempre, lunedì lo ha ricordato in chiesa e commosso aggiunge: «Eravamo come due fratelli. Abbiamo iniziato a frequentarci quando avevo cinque anni e lui sette, andando a vedere il Toro con i nostro genitori. Da lì non c’è stato un momento della mia vita che non abbia condiviso con lui, tranne la scuola. Giochi, amicizie, sempre con il filo della fede granata. Abbiamo fatto tutto insieme, lui è stato mio testimone di nozze e io il suo, e anche qualche vacanza. Io elettrico e iperattivo, lui calmo anche allo stadio. A volte mi arrabbiavo perché lui era sempre uguale, sia che il Toro vincesse 5 a 0 o perdesse. E’ stato padrino di mio figlio Marco, e io sono il padrino di Federico. E’ impossibile raccontare quello che eravamo uno per l’altro. Quando l’ho saputo...
Come dicevo, non ricordo un minuto della mia vita senza Mauro.
Mauro era una persona sempre disponibile, parlava con tutti, come ho sentito lunedì al funerale “Era un enorme e infinito contenitore di colla”: metteva insieme tutti, gli amici o al lavoro. Faceva il mister, organizzava partite di calcetto. Non è giusto, quello mi viene da dire. Tutto quello che potrò fare nei confronti della sua famiglia, dei suoi genitori, lo farò.
Sono figlio unico, ma dico sempre che ho avuto la possibilità di scegliermi il fratello perfetto».

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