CANAVESE

L’addio al maestro di blues: la musica è stata la sua più grande passione

Paolo Mattea aveva 64 anni appena compiuti.

L’addio al maestro di blues: la musica è stata la sua più grande passione
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Con la sua inseparabile chitarra sotto il braccio, il sottofondo musicale del blues, una voce calda e possente. Questa è l’immagine indelebile di Paolo Mattea, 64 anni appena compiuti, che resterà impressa negli occhi di tutti coloro che sono ancora increduli alla notizia della sua improvvisa scomparsa.

L’addio al maestro di blues

Una giornata come tante altre, quella di sabato scorso, che mai ci si poteva immaginare si sarebbe trasformata in una tragica fatalità.
La moglie Gloria parte per la Liguria per trascorrere alcuni giorni in compagnia dei nipoti. Giunta a destinazione, chiama il marito verso sera per confermargli di essere arrivata al mare e che tutto è a posto. Si salutano al telefono con l’impegno di risentirsi il giorno successivo.
Ma, l’indomani, il telefono squilla a vuoto, angosciante silenzio. Allarmata, la moglie chiama amici e familiari che subito provvedono ad andar vedere nella sua casa di Tonengo di Mazzè.
Entrano attraverso una finestra aperta e trovano Paolo privo di vita.
Purtroppo per lui non c’è più nulla da fare e seguono gli accertamenti di rito. Il medico legale non può che constatare il decesso a causa di un infarto che non lascia scampo avvenuto poco dopo l’ultimo saluto alla moglie.
I funerali si sono svolti mercoledì 13 luglio, alle 11 nella chiesa di San Francesco d’Assisi a Tonengo. Proprio a Tonengo il 7 luglio del 1958 era nato Paolo.

Aveva la musica nel sangue

Un giovane brillante, pieno di progetti per l’avvenire, che aveva la musica nel sangue. Aveva vissuto per un certo periodo anche a Caluso. E aveva fatto di tutto per suonare, a costo di non condiscendere alle idee della sua famiglia che per lui aveva pensato altre strade. Ma, non si era arreso. La musica era la sua vita.
Era entrato a fare parte di un gruppo musicale che si esibiva presso numerosi locali, il suo nome d’arte era «Game Kid».
Dopo una lunga esperienza maturata in gruppo come cantante e chitarrista pop e heavy metal, decise di portare avanti la sua passione da solista.
Era un grande maestro del blues, molto apprezzato dalla critica dei Festival di strada in cui talora si esibiva insieme ai suoi campanelli indiani e ai sonagli di legno. Adesso, si stava preparando per una tournée in Croazia.

Il ricordo

«Era una persona bravissima, Paolo - riferisce l’amico, Danilo Piretto - Altruista, sempre allegro, un uomo di grande cuore. La nostra associazione Tonengo del Canavese aveva in progetto di organizzare delle serate musicali in paese e lui sarebbe stato uno degli organizzatori». Ancora tanti progetti per il futuro che un destino crudele ha spezzato per un artista che aveva ancora tanto da dare.

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