CALUSO

L’alpino Franco Sudetti è andato avanti

Si è sempre prodigato nell’associazionismo e si è fatto promotore di molte iniziative in sostegno delle persone bisognose.

L’alpino Franco Sudetti è andato avanti
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L’alpino Franco Sudetti è andato avanti. Si è sempre prodigato nell’associazionismo e si è fatto promotore di molte iniziative in sostegno delle persone bisognose.

L’alpino Franco Sudetti è andato avanti

Si sono svolti nella mattinata di sabato scorso, 19 marzo, i funerali di Franco Sudetti, Sergente alpino e da dieci anni Capogruppo del Gruppo Alpini di Caluso. Una persona cordiale, empatica, propensa a occuparsi degli altri, soprattutto dei meno fortunati. Se ne è andato all’età di 77 anni dopo una breve malattia, sicuramente lascia un vuoto non solo fisico, ma anche emotivo in tutti coloro che lo hanno conosciuto.

I ricordi

«Franco Sudetti era una persona molto affabile – ricorda il sindaco Maria Rosa Cena – sempre attivo all’interno del Gruppo Alpini, entusiasta delle iniziative che venivano proposte e pronto alla collaborazione per realizzare progetti in sinergia con le istituzioni, nelle scorse settimane era stato lui a dare l’ok all’iniziativa comunale e parrocchiale di utilizzare la sede del Gruppo Alpini quale punto di raccolta per i generi di prima necessità da destinare ai profughi ucraini. Vorrei aggiungere che Franco Sudetti era anche un grande aggregatore, una dote che in ambito associazionistico sortisce sempre effetti positivi». Come Capogruppo Franco Sudetti ha sempre dimostrato il massimo impegno a favore dell’associazione che rappresentava non solo con la presenza fisica, ma soprattutto con i sentimenti profondi di chi in una realtà crede fino in fondo. «Franco va ricordato per suo grande impegno all’interno del Gruppo Alpini – dichiara l’amico e associato Carlo Maria Salvetti – e in modo particolare nella promozione di iniziative nei confronti di persone meno fortunate, iniziative quali collette alimentari, raccolte fondi e recentemente la raccolta di generi di prima necessità a favore dei profughi dell’Ucraina. Vorrei ricordare soprattutto il suo grandissimo impegno nel rifacimento del Parco della Rimembranza dedicato ai caduti di tutte le guerre».

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