l'intervista

L’assessore Tronzano interviene sull’economia e la finanza pubblica in Piemonte

"Il Covid19 ha cambiato tutto, prima con la necessità di agire sul fronte sanitario poi, con il lockdown, abbiamo dovuto pensare, in fretta".

L’assessore Tronzano interviene sull’economia e la finanza pubblica in Piemonte
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Negli ultimi nove mesi tutto è stato stravolto e rivisto, anche l’assegnazione delle risorse pubbliche. Ne parliamo con l’assessore regionale Andrea Tronzano, con delega a Bilancio e Finanze.

L'assessore Tronzano e il significato del Covid19 per l'economia regionale

A marzo anche il Piemonte è sprofondato nell’incubo Covid19. Cosa ha significato dal punto di vista economico?

«Situazione molto complessa, anche perché arrivata nel momento in cui tutto era pronto per la presentazione del nostro piano Competitività. Un lavoro certosino di incontri e di confronti costruito su progetti concreti affiancati da risorse ingenti e di sicuro impatto. Il Covid19 ha cambiato tutto, prima con la necessità di agire sul fronte sanitario poi, con il lockdown, abbiamo dovuto pensare, in fretta, a come dare sostegno alle persone, al sistema produttivo, al lavoro e alla nostra economia».

Su cosa avete lavorato e qual è stata la risposta delle istituzioni?

«Abbiamo immediatamente riconvertito il lavoro realizzato e abbiamo dato fondo a tutte le risorse disponibili pensando a una traiettoria fondata su tre direttrici: liquidità immediata, investimenti, sostegno al credito. La richiesta più sentita e impellente, ovvero quella di avere fondi immediati a favore delle singole aziende, è stata realizzata attraverso il Bonus Piemonte, un’intuizione che ha permesso di destinare 131 milioni di euro a quasi 80mila imprese artigianali e commerciali direttamente sul loro conto corrente. Non abbiamo però smesso di pensare al futuro sostenendo gli investimenti dell’industria, dell’artigianato e del commercio attraverso il Fondo Unico da 80 milioni di euro. Infine, grazie anche al dialogo con il sistema creditizio, abbiamo sostenuto l’accesso al credito pagando con risorse a fondo perduto gli interessi di chi aveva richiesto finanziamenti per tenere in piedi la propria azienda».

I risultati raggiunti

Quali risultati avete raggiunto?

«Dare certezze che l’istituzione regionale, seppur in un momento drammatico, fosse vicina al mondo produttivo. Rispondere, nel limite delle nostre possibilità di bilancio, alle richieste delle imprese. Essere celeri nel trasferimento delle risorse; è un orgoglio aver fatto arrivare il nostro contributo sui conti correnti in soli tre giorni, lavorando con Finpiemonte e CSI. Mi piace pensare che il saldo positivo di 1400 nuove aziende, su dati Unioncamere del terzo trimestre, possa essere frutto anche al lavoro che la Giunta regionale ha realizzato nella prima fase dell’emergenza. Faccio un plauso agli imprenditori e ai lavoratori piemontesi che non si sono piegati agli eventi ed hanno meritato l’appellativo di “bogia nen”. Il Piemonte resiste; l’ho potuto constatare direttamente nelle mie tante visite nelle aziende del territorio dove ho visto la solidità del nostro tessuto imprenditoriale».

Il Recovery Fund?

«Un importante lavoro di squadra e di indirizzo, voluto da Cirio, che ha visto coinvolti gli assessori Chiorino, Ricca, Marnati, Poggio e Protopapa insieme a me, e un continuo coinvolgimento dei corpi intermedi nei quali crediamo molto e dimostratisi determinanti nel lavoro di collegamento con le singole imprese nella prima fase dell’emergenza, mi rendono fiducioso: useremo bene i soldi che arriveranno dal Recovery Fund e dalla nuova programmazione europea. Abbiamo preparato il documento strategico per una nuova politica industriale che sottoporremo alle realtà istituzionali, sociali e imprenditoriali piemontesi. Ci siamo fatti trovare preparati sul Next Generation UE presentando 115 progetti per un importo di 13 miliardi. Tra questi: la digitalizzazione e sostegno alla competitività dei distretti strategici; la ricerca, l'innovazione e il trasferimento tecnologico; il Manufacturing Technology and Competence Center MTCC e la Città dell'Aerospazio; i digital innovation Hub quali Icovalley; il contratto di insediamento, la misura per l’attrazione di investimenti, il contratto di sviluppo molto utili per creare occupazione. L’eliminazione del digital divide; la digitalizzazione e innovazione amministrativa della PA; i distretti del commercio; la cultura del gioiello, il marketing territoriale; la bottega dei servizi; il tessile; la strategia per il sistema aeroportuale del Piemonte; le infrastrutture viarie, il Piemonte Hydrogen Valley; l’economia circolare anche a favore del settore estrattivo; il riassetto idrogeologico; la gestione integrata dei rifiuti; le tecnologie ingegneristiche innovative per il settore agro-alimentare; il rafforzamento del capitale umano anche attraverso le Academy. Tutto questo naturalmente in attesa dell’approvazione da parte del Governo».

È ottimista, Assessore?

«La globalizzazione ha subito una battuta d’arresto. Il Covid ci sprona a cambiare gli schemi consolidati. Il Piemonte si fa trovare pronto; abbiamo in tutti i campi una classe dirigente all’altezza; Know how in tutti i settori da quello agricolo ed estrattivo a quello aerospaziale; università riconosciute in tutto il mondo. Dobbiamo far fruttare questo immenso insieme di saperi, di storia e di tecnologia per far crescere l’efficienza produttiva. La politica ha la grande responsabilità di programmare e di mettere a sistema tutto questo. Le risorse che arriveranno saranno ingenti. Sono realisticamente ottimista».

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