Lavoratori in nero nel ristorante giapponese

Lavoravano fino a 30 ore settimanali ma venivano retribuiti come se impiegati per poche ore, in contanti e senza aver diritto allo straordinario.

Lavoratori in nero nel ristorante giapponese
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Lavoratori in nero nel ristorante giapponese. Lavoravano fino a 30 ore settimanali ma venivano retribuiti come se impiegati per poche ore, in contanti e senza aver diritto allo straordinario.

Lavoratori in nero

Era partito come un normale controllo di routine, quello della Guardia di Finanza di Torino in un noto ristorante giapponese di Beinasco. Invece, l'attività ha portato alla scoperta di molti lavoratori in nero, anzi dell'intero staff aziendale.

Il contratto non in regola

Camerieri, cuochi, lavapiatti, una quindicina di persone erano impiegate con contratti non in regola. I finanzieri del Gruppo Orbassano hanno appurato che i dipendenti lavoravano fino a 30 ore alla settimana nonostante il loro contratto prevedesse un impiego di poche ore. Inoltre, lo stipendio veniva somministrato tassativamente in contanti e la moltitudine di ore di straordinario prodotte dai lavoratori non pagate.

Una trentenne nei guai

Ora l’imprenditrice, una trentenne di origini cinesi, rischia sanzioni per oltre 60.000 euro. L’intervento della Guardia di Finanza ha indotto, infine, il titolare alla regolarizzazione dei giovani dipendenti, tutti poco più che ventenni, i quali hanno quindi potuto beneficiare, così come previsto dalla legge, di una regolare assunzione e di un’adeguata copertura assicurativa.

 

Le attività della Guardia di Finanza, attraverso la prevenzione e la repressione di ogni forma di concorrenza sleale, come quella dell’utilizzo di lavoratori “in nero”, che spesso vengono esposti a elevati rischi in termini di sicurezza e di garanzie assistenziali, vogliono tutelare tutti quegli imprenditori che operano nel pieno rispetto delle regole.

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