IN CANAVESE

Legambiente dice no alle centrali a biometano

L'associazione è vicina ai cittadini che si oppongono.

Legambiente dice no alle centrali a biometano
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I Circoli di Legambiente di Settimo e Gruppo Chivasso si oppongono alla costruzione delle due centrali a biometano, una a Caluso e l'altra a San Benigno Canavese.

Centrali a biometano

I Circoli di Legambiente di Settimo e Gruppo Chivasso, in attesa della pubblicazione della documentazione relativa alla richiesta di realizzazione di impianti per il trattamento di FORSU (Frazione Organica Rifiuto Solido Urbano) e produzione di biometano, uno nel comune di Caluso e un altro nel Comune di San Benigno, ricordano che attualmente ci sono altri progetti di questo tipo di impianti in
attesa di autorizzazione, oltre a quelli già funzionanti, per una quantità di gran lunga superiore alla produzione regionale di FORSU, ne deriverebbe quindi, che la gran parte dei rifiuti lavorati dovrebbero arrivare da fuori regione, tutto questo in un territorio come il nostro, già sottoposto a pesanti carichi ambientali quali una delle discariche più grande del Piemonte e la più grande centrale a gas di origine fossile a Chivasso, senza tener conto poi di altre varie discariche di rifiuti non urbani come quella di Torrazza dove è probabile l’arrivo dello smarino degli scavi del TAV della Valsusa. E questo solo per alcuni tra i carichi ambientali più pesanti.

Le parole di Legambiente

I circoli spiegano:

«Ricordando anche che tutti questi progetti così come sono stati presentati finora risultano svincolati da qualsiasi tipo di programmazione specifica e in contrasto con le norme regionali che ogni ATO (Ambito  Territoriale Ottimale) dispone per realizzare sul proprio territorio gli impianti per la realizzazione dei rifiuti prodotti.
Ricordiamo anche che normalmente questo tipo di impianti, per funzionare, consuma circa il 70% di gas di origine fossile e di energia elettrica per cui si avrebbe una produzione effettiva del 30% circa con delle emissioni molto pesanti dato che il metano inquina da 30 a 50 volte più della CO2.
Temuto conto poi che il biometano è pur sempre una energia a combustione che emette calore in atmosfera, e in considerazione che è necessario ridurre il riscaldamento globale che sta sciogliendo i ghiacciai con conseguente innalzamento degli oceani, e provocando desertificazioni sempre più diffuse sarebbe opportuno optare per la realizzazione di impianti di produzione di energia “pulita” come il fotovoltaico, l’eolico, il geotermico e il marino».

Il no degli ambientalisti

Gli ambientalisti spiegano:

«Per tutte queste motivazioni i suddetti Circoli appoggiano i cittadini che si sono mobilitati a difesa del loro territorio e chiedono che le loro considerazioni e le loro richieste vengano prese in considerazione ed accolte dalle autorità competenti in materia».

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