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LivaNova vende agli svizzeri

I sidacati: «Ma quale rilancio, non c’è nemmeno un piano industriale».

LivaNova vende agli svizzeri
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LivaNova vende agli svizzeri. Ma per i sidnacati non c'è alcun rilancio e manca il piano industriale.

LivaNova vende agli svizzeri

Sono da poco passate le 11 di giovedì 3 dicembre quando direttamente da LivaNova arriva una grande novità, l’accordo di cessione del business valvole cardiache alla Gyrus Capital, società di investimento focalizzata su investimenti trasformazionali nei settori della sanità e della sostenibilità con sede a Ginevra, in Svizzera.

Approvata la cessione

Nel comunicato la società americana proprietaria anche dello stabilimento di via Crescentino a Saluggia (sito dove un anno fa si era vissuta una forte crisi legata al futuro incerto di una parte della produzione, le valvole cardiache biologiche) ha infatti scritto: « Il Consiglio di Amministrazione di LivaNova ha approvato all'unanimità la cessione, che ritiene consentirà alla società di concentrarsi maggiormente nelle sue aree di attività primarie, neuromodulazione e cardiovascolare, e di dedicare maggiori risorse al completamento delle sue promettenti opportunità in canale di sviluppo. Una volta completata la transazione, Gyrus intende focalizzare l'attenzione del management e gli investimenti sul business valvole cardiache per posizionarlo al fine di diventare un attore leader a livello globale nel mercato delle valvole cardiache chirurgiche, traducendosi in opportunità ancora maggiori per dipendenti, clienti e pazienti».
«Riteniamo che LivaNova e Gyrus trarranno vantaggio da questa transazione e che, sotto la proprietà di Gyrus, l'attività HV prospererà e crescerà - ha affermato Damien McDonald, amministratore delegato di LivaNova - Per LivaNova, la cessione della nostra attività di valvole cardiache è un'importante pietra miliare nell'esecuzione della nostra strategia di ottimizzare il nostro portafoglio in modo da essere nella posizione migliore per servire i nostri pazienti e fornire valore ai nostri azionisti».
Nel comunicato divulgato anche parole di incoraggiamento dal futuro Ceo dell’azienda, Christian Mazzi: «Ci impegniamo a fare di questa l’azienda leader dedicata ai cardiochirurghi e ai loro pazienti, fornendo le migliori soluzioni per combattere le cardiopatie strutturali. Abbiamo in programma di fare leva sulle solide basi nelle valvole meccaniche e costruire il motore di crescita con la valvola aortica Perceval e l'anello di riparazione mitralica Memo 4D, investendo in ricerca e sviluppo per perseguire nuovi prodotti e partnership. Con questo focus, intendiamo costruire la nostra azienda indipendente, completamente dedicata alle valvole, alle sue persone, ai suoi clienti e prodotti. La nostra missione e ambizione è di crescere sulla base di priorità chiaramente definite, eccellenza commerciale e innovazione, sostenuta da Gyrus, un forte partner focalizzato nel settore che è pronto a investire nel nostro futuro. Attendiamo con impazienza una transizione senza soluzione di continuità e il coinvolgimento dei dipendenti delle valvole cardiache LivaNova in tutto il mondo mentre diventano parte della nostra azienda indipendente».

La reazione

Parole, quelle del comunicato, che non soddisfano, anzi che creano qualche perplessità al sindacalista Gigi Guasco da sempre attento a quello che succede in questo polo biomedicale: «Scopriamo da un comunicato stampa questa cessazione e solamente una settimana dopo l’annuncio riusciremo ad avere un incontro con la società. Peccato che sia con la società sbagliata perché noi incontreremo la direzione LivaNova, quella che cede mentre avremmo voluto parlare con coloro che prenderanno in mano lo stabilimento. Ma pare che non siano rintracciabili al momento. Dunque nell’incontro che avremmo domani, giovedì 10 dicembre ci sentiremo ripetere le parole del comunicato, cioè che è stato un affare. Ma solitamente gli affari non li fa chi compra? Mi chiedo se McDonald, l’Amministratore delegato di cui alcuni azionisti avevano chiesto la rimozione, abbia fatto veramente un affare oppure abbia svenduto questo ramo aziendale per salvarsi il posto. Ricordiamo tutti quando proprio lui diceva che il business delle valvole cardiache non era più importante visto che si tratta di un mercato che può soddisfare, al massimo, quello dei Paesi in via di sviluppo. Dunque mi chiedo come la nuova società pensi di rilanciare questa produzione. Noi ad oggi, e così anche domani dopo l’incontro, non abbiamo un piano industriale, non sappiamo quale sarà il futuro dei dipendenti. Anzi no, una cosa la sappiamo: la cassa integrazione non terminerà certamente a gennaio ma proseguirà sino a quando il Governo darà gli strumenti per proseguirla. E quando quest’ultimi non ci saranno più ma non ci saranno nemmeno più le commesse, cosa succederà ai lavoratori?».

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