CHIVASSO

L’ospedale, i farmaci, il salto nel vuoto: la morte di Saro poteva essere evitata?

Il dolore dei fratelli di Rosario Strano: «Ci hanno detto che avrebbe dormito 2 giorni, poche ore dopo si è ucciso»

L’ospedale, i farmaci, il salto nel vuoto: la morte di Saro poteva essere evitata?
Pubblicato:
Aggiornato:

Quando ci si trova di fronte a una simile tragedia diventa difficile trovare le parole per raccontarla.
Eppure i due fratelli di Rosario «Saro» Strano, deceduto martedì 7 marzo, nonostante il dolore atroce che li attanaglia, vogliono dire quanto accaduto.

L’ospedale, i farmaci, il salto nel vuoto

«Affinché non debba succedere ad altri, quello che è successo a noi. E soprattutto ci auguriamo che qualcuno si metta una mano sul cuore e capisca che forse qualcosa in più si poteva fare per salvare nostro fratello», sono le prime parole che dicono. Parole che pesano come un macigno e che speriamo smuovano qualche coscienza.
Con la voce rotta dalla commozione, Salvatore e Carmelo ci raccontano quei terribili giorni che hanno preceduto la drammatica morte del fratello.
Quel maledetto martedì quando alle 17 si è lasciato cadere nel vuoto gettandosi dalla finestra della sua abitazione al quarto piano dell’alloggio di via Tellini. E lo ha fatto sotto gli occhi della sorella Liliana, che non ha potuto fare nulla nonostante fosse a pochi metri da lui.
«Domenica - spiega Salvatore - lo abbiamo accompagnato al Pronto soccorso dell’ospedale i Chivasso, perché aveva la pressione alta. Mio fratello, da quando nel giugno dello scorso anno era andato in pensione, soffriva di attacchi di panico e di depressione, e per questo era in cura da una psichiatra. Il suo malessere era legato anche alla situazione familiare con la moglie, Roberta, malata di SLA e costretta a letto. Per questo era in cura e prendeva farmaci. Noi familiari gli siamo sempre stati vicino, cercavamo di non lasciarlo mai solo.
Tornando a domenica, quando è stato ricoverato era comunque lucido: il giorno dopo, quando sono andato a fargli visita e a portargli il cambio, l’ho trovato in condizioni abbastanza soddisfacenti. Si è alzato, vestito da solo, abbiamo mandato un video ai familiari proprio per rassicurarli e lui salutava e parlava.
Quando martedì sono ritornato al pronto, dove lui continuava a essere ricoverato su una barella, il medico, uno psichiatra, mi ha spiegato che lo avrebbe dimesso e di stare tranquilli che era imbottito di farmaci: avrebbe dormito per due giorni e poi avrebbe potuto riprendere le sue cure. Sinceramente io sono rimasto scioccato quando ho visto Rosario. Era completamente inebetito e non nascondo che ero fortemente preoccupato di doverlo riportare a casa. Comunque ovviamente mi sono rimesso alla decisione del professionista. Arrivati a casa ho fatto da mangiare per lui e la moglie. Alle 15 è arrivata mia sorella per darmi il cambio. Saro nel frattempo si era coricato. Ripeto, era completamente stordito. A un certo punto mia sorella lo ha visto alzarsi dal letto. L’ha seguito, e in una attimo lui ha aperto la finestra è si è gettato nel vuoto. Come se avesse avuto qualche allucinazione.
Non voglio accusare nessuno, però a noi familiari resta un grosso dubbio. Non era meglio tenerlo sotto osservazione e magari ricoverarlo in un reparto specializzato? Il Pronto Soccorso non è certo il luogo più tranquillo dell’ospedale: Rosario mi aveva detto che fino alle quattro non era riuscito a dormire, tra luci e via vai “Sembrava di stare in discoteca”, le sue parole.
Non era meglio informarci sulle sue reali condizioni e spiegarci che quei farmaci potevano creare allucinazioni?
Come detto non siamo medici e non vogliamo sostituirci a loro, però credeteci nostro fratello quando è stato dimesso dall’ospedale era irriconoscibile».

La morte di Saro poteva essere evitata?

Fra le lacrime, Salvatore e Carmelo ricordano quando solo qualche giorno prima erano stati insieme a Candia per cercare un posto tranquillo e silenzioso dove lui potesse ritrovare un minimo di serenità.
Ora non resta che quella sequenza drammatica. Quella finestra aperta e quel terribile salto nel vuoto. Tante domande e tanta rabbia.
I funerali di Rosario Strano, grande appassionato di bicicletta, sono stati celebrati sabato 11 marzo in Duomo, poco dopo aver ottenuto il nulla osta da parte della magistratura. Oltre alla moglie e ai fratelli, lascia il figlio Davide e molti nipoti.

Seguici sui nostri canali