L’ultimo saluto a Giusi, la grande artista della tecnica bianco e nero
Giuseppina Giovanna Bergandi aveva 74 anni. Le sue opere erano conosciute anche a Parigi
In questi giorni tante persone hanno ricordato Giuseppina Giovanna Bergandi, «Giusi», mancata a 74 anni, per la sua grande passione per l’arte, ma lei non era solo un’artista, era molto di più.
L’ultimo saluto a Giusi
Era una personalità vitale ed entusiasta dai molti interessi culturali che non passava inosservata con un animo così generoso e puro da entrare nel cuore di tutti. Nata a Mazzè, Giusi trascorre la giovinezza in questo borgo come tante ragazze della sua età, una vita divisa fra gli studi, il lavoro da assistente di Direzione dei Sistemi Informativi all’Olivetti di Ivrea e le uscite della domenica insieme alle amiche. La più giovane di cinque sorelle, Romana, Sandra, Rita e Liberata, si trasferisce ad Ivrea dopo essersi sposata con Andrea Scapino, ed ha un figlio, Alessandro. Ed è proprio ad Ivrea che «esplode» la sua vena artistica.
La grande artista della tecnica bianco e nero
Inizia a dipingere nel tempo libero, poi ad esporre nelle prime mostre, infine arriva il successo. Un successo più che meritato che la porta a fare conoscere le sue opere a Torino, Milano, e persino a Parigi, al Forte di Bard e a Paratissima. Collabora anche con l’associazione culturale ArteinFuga. La particolarità della sua arte era l’espressione cromatica del bianco e del nero nei suoi quadri, a volte con delle aggiunte di cristallo, dal fascino intramontabile. Sulla tela esprimeva ogni volta emozioni differenti ed un’ambivalenza intensa che richiamava sia il mondo onirico che quello più realistico. Ma, non solo. Lei era capace anche di recitare a teatro.
«Tutto il mondo è palcoscenico dove ognuno recita la sua parte» le piaceva citare questa frase di William Shakespeare per ricordare quanto la vita di ognuno di noi sia una sequenza di scene sempre diverse. Una donna di grande classe, elegante, tanto da carpire l’attenzione di un noto fotografo, Fulvio Roiter, che la immortalò, a sua insaputa, nel 1970 sullo sfondo della Nuova Ico, in via Jervis, e la inserì nel volume Ivrea edito da Electa. Fra i tanti ricordi, c’è quello della coscritta e amica d’infanzia, Lilia Mattea di Mazzè.
«Quando ho saputo che Giusi è mancata, è stato un duro colpo - riferisce Lilia - Abbiamo frequentato insieme le scuole del paese, siamo sempre state amiche. Una donna piena di vita e di energia che trasmetteva positività a chi le stava vicino. Di lei conservo un bellissimo ricordo che custodirò sempre nel mio cuore».
I funerali si sono svolti ad Ivrea mercoledì 22, la salma riposa nel cimitero di Mazzè.