LUTTO

L’ultimo saluto al poeta con la Calabria nel cuore

E’ mancato Vincenzo Inzitari, 86 anni, lasciando un vuoto incolmabile tra i propri cari

L’ultimo saluto al poeta con la Calabria nel cuore
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E’ mancato Vincenzo Inzitari, 86 anni, lasciando un vuoto incolmabile tra i propri cari e le tante persone che lo conoscevano a Tonengo di Mazzè.

L’ultimo saluto al poeta con la Calabria nel cuore

Partito neppure ventenne dal suo paese nativo, Arena, in provincia di Vibo Valentia in Calabria, arrivò in Piemonte per cercare fortuna. Dopo aver lavorato come levigatore di pavimenti e presso l’azienda Rivoira, passò a fare il tassista per una ventina d’anni, principalmente a Chivasso ma pure nei paesi vicini e fuori Regione. E proprio mentre attendeva i clienti alla stazione di Chivasso, prese a scrivere poesie che ha poi raccolto nel libro «Pensieri sparsi del tassista nell’attesa dei clienti», pubblicato nel 2015. Nei versi delle sue poesie celebrava la sua terra, la Calabria, con lo sguardo rivolto ai suoi olivi generosi, al sole e allo splendido mare, là dove il suo cuore era rimasto. Aveva poi scritto alcune poesie dedicate alla famiglia ed alle storie dei clienti che aveva incrociato durante la sua attività lavorativa, non senza intense e profonde emozioni. E la cosa bella di questo progetto di scrittura è che Vincenzo destinava in beneficenza tutto il ricavato dalla vendita del suo libro.

I ricordi

«Nostro papà - è il ricordo delle figlie Antonietta e Marina - è sempre stato un grande appassionato di scrittura. Aveva conseguito la licenza elementare ma il suo sogno era quello di avere il diploma della scuola media. Si era così messo a studiare in età adulta con i corsi 150 ore ed era riuscito ad ottenere la licenza media. Quando aveva pubblicato il suo libro di poesie era stato molto felice, fiero di essere un poeta». Un uomo che resterà nel cuore di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo. «Nostro papà ci ha voluto bene - riferiscono Marina e Antonietta - Ci manca adesso il suo sorriso, la sua voce, ci manca tutto di lui. Adorava i bambini. Quando giocava assieme ai bambini tornava anch’egli fanciullo, lui che aveva avuto un’infanzia particolare, avendo perso suo papà all’età di soli due anni. Non ci ha fatto mancare nulla, è stato un papà affettuoso».

«E’ venuto, come lui aveva scritto nella sua poesia, “Il giorno dell’addio”. Prendono così forma i suoi “Pensieri sparsi” del libro che oggi ci lascia come testamento. - Lo ricorda così l’amico Franco Gastaldo - Vincenzo amava troppo la vita, e le persone che gli sono state accanto, per volere che la sua dipartita provochi in loro dolore, ma un dolce ricordo. Ci incontravamo spesso per le vie della città, e sempre una parola, una battuta, un sorriso, ci portava a ricordare i primi lavori di levigatore nei cantieri, per passare poi a parlare delle poesie che diceva scritte sul taxi davanti alla stazione, e infine i nostri incontri al centro Felice Donato per rallegrare “far meditare sulla vita, i pensionati che grati applaudivano, facendoli felici. Se oggigiorno le persone fossero semplici e amanti della vita, se l’amore che Vincenzo trasmetteva, se anche i pensieri sparsi ci potessero insegnare ad amare la vita nella sua semplicità, il suo ricordo sarebbe quello che lui voleva. Ciao Vincenzo un abbraccio e un caro ricordo dal tuo amico Franco».

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