L’ultimo saluto allo chef che ha girato il mondo
Ruggero Greco si è spento all’età di 66 anni dopo aver lottato contro un tumore ai polmoni.
Il mondo era la sua casa ma ha sempre amato Crescentino, quella terra dove è nato e cresciuto. Quella città dove tutti lo conoscevano come il Geo.
Ruggero Greco, classe 1956, era un uomo ben voluto da tutti, una persona che si è sempre spesa per il prossimo nonostante, come ha voluto ricordare la sorella Dagmar, fosse un lupo solitario.
L’ultimo saluto allo chef che ha girato il mondo
Il mondo era la sua casa ma ha sempre amato Crescentino, quella terra dove è nato e cresciuto. Quella città dove tutti lo conoscevano come il Geo.
Ruggero Greco, classe 1956, era un uomo ben voluto da tutti, una persona che si è sempre spesa per il prossimo nonostante, come ha voluto ricordare la sorella Dagmar, fosse un lupo solitario.
Un uomo buono che amava il mondo dell’enogastronomia tant’è che ha dedicato la sua vita alla cucina diventando chef. Dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore all’alberghiero di Varallo, ha iniziato a girare il mondo per lavoro. Una professione che lo ha visto girare le cucine di ogni stato, dall’India al Messico. Con la sua cucina tradizionale ha fatto innamorare dei classici piatti locali moltissimi stranieri.
Il ricordo
«Mio fratello ha veramente girato il mondo, non basterebbe un giorno per raccontare tutta la sua vita, tutte le sue avventure – racconta la sorella – Mi ricorderò benissimo quando è stato un anno in India e noi qui a casa senza sue notizie. Oppure quando in Messico, con una barca, ha perso il motore e ha dovuto aspettare giorni per ritornare alla terra ferma.
Era un tipo molto particolare come lo era nostro papà d’altronde. Ruggero era un tipo estroso che amava trascorrere il suo tempo in montagna, cucinare nelle baite. Amava i boschi, era un lupo solitario con la passione per l’ecologia. Mi ricordo che andava a togliere i rami dai corsi d’acqua per evitare che interrompessero il deflusso delle correnti.
E’ vero, aveva un carattere particolare e difficile ma era sempre disponibile.
Da giovane si è avvicinato alla cultura buddista con un amico, una cultura che ha portato avanti tant’è che erano tantissimi all’hospice coloro che hanno partecipato alla funzione di accompagnamento. E anche durante la malattia, aveva scoperto un tumore al polmone lo scorso anno, gli sono sempre stati affianco. Non l’hanno mai lasciato solo».
Ha lottato come un toro
Era un uomo estroso, fuori dalle righe ma con una grande forza: «Nel corso di questa malattia ha superato prove difficilissime. E’ guarito da polmoniti gravi, anche dal Covid – ricorda la sorella – Era un toro, lui voleva vivere. Ha sempre combattuto con una grande forza tant’è che quando gli ho chiesto cosa dovevamo fare della sua moto, lui mi ha detto che sarebbe tornato in sella. Lui ci credeva veramente. Era combattivo in una maniera pazzesca. Era speciale come il nostro papà, due personaggi. Ora mi rimangono i tanti ricordi di mio fratello».
Ruggero amava conoscere le culture del mondo, amava viaggiare e leggere. Era una persona colta che lascia un grande vuoto nei suoi cari e nei suoi amici che lo ricorderanno per sempre.