Maltrattamenti all'asilo nido di Crescentino: "un bimbo proteggeva il fratellino"

L’unica cosa certa era la denuncia da parte di una famiglia di una bimba che aveva riportato delle lesioni.

Maltrattamenti all'asilo nido di Crescentino: "un bimbo proteggeva il fratellino"
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Maltrattamenti all'asilo nido. Nessuno a Crescentino potrà dimenticare ciò che è accaduto tra mercoledì 10 e giovedì 11 aprile all’asilo nido «La Coccinella» di via Manzoni.

Maltrattamenti all'asilo nido: i fatti

La vicenda dei maltrattamenti all'asilo nido hanno fatto molto discutere a Crescentino. Subito dopo l’orario di lezione di quel mercoledì, infatti, i carabinieri della locale stazione hanno dato esecuzione alla misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività di insegnante, con interdizione da ogni struttura statale o privata, a due maestre. E, infatti, giovedì mattina, quando i genitori hanno accompagnato i bambini non le hanno più trovate. E nel giro di poche ore si è diffusa la notizia della loro sospensione. Notizia che ha diviso il paese, ha diviso gli stessi genitori che non riuscivano a capire cosa fosse successo. L’unica cosa certa era la denuncia da parte di una famiglia di una bimba che aveva riportato delle lesioni.

I genitori chiedono giustizia

E oggi, a mesi di distanza da quella notizia di presunti maltrattamenti all'asilo nido, le due insegnanti sono ancora interdette e i genitori chiedono giustizia. Oltre a quella mamma e quel papà che per primi hanno denunciato l’accaduto, ora ci sono anche altre famiglie che hanno deciso di avvalersi di un legale, e più precisamente dello studio Mosca e Catellani.
A poco meno di sei mesi da quanto accaduto, sono i genitori a prendere la parola. Genitori sino ad oggi silenti.

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Lo sfogo

A seguito dell'indagine, avete il timore che anche i vostri figli abbiano subito comportamenti lesivi?
«Ne siamo certi dal momento che abbiamo esaminato i video. In alcuni si osservano scene che non avremmo mai immaginato. Ad esempio un piccolo di meno di 3 anni che vedendo la maestra dirigersi verso il fratellino più piccolo, capisce cosa sta di nuovo accadendo e si mette davanti con le braccia aperte per proteggerlo. O il bambino che si nasconde dietro al seggiolone, viene preso e letteralmente scaraventato a terra. Dai video emerge con chiarezza che i bambini avevano paura.
Non parliamo poi della totale mancanza di igiene: non avevamo mai visto scopare il pavimento e al contempo il tavolo dove mangiano i bambini. Per fortuna non tutte le immagini sono così forti».
Con il senno di poi iscrivereste ancora i vostri figli a questa scuola alla presenza di queste due maestre?
«No e vorremmo che queste due maestre non insegnassero più. Penso che nessuno iscriverebbe il proprio figlio a scuola esponendolo a un ambiente di quel tipo».
C'era qualcosa nell'atteggiamento delle insegnanti che facesse presagire ciò che poi è accaduto con la bimba che ha denunciato gli episodi?
«In generale e con il senno di poi vengono in mente tante cose. La stanza buia per esempio, quella che a quanto pare veniva utilizzata per le punizioni. La mamma che ha presentato l’esposto si è insospettita quando ha ravvisato la presenza di lividi anomali all’altezza dell’inguine della bambina che, in precedenza, era arrivata a casa con il labbro superiore aperto: le dissero che la piccola era caduta».
Come intendete agire? Intendete intraprendere un'azione legale?
«Alcuni di noi stanno valutando di procedere costituendosi parte civile nei confronti delle maestre».
Se le due insegnanti dovessero rientrare in servizio, voi cosa fareste?
«Ne prenderemmo atto con grande delusione. A nostro parere non è immaginabile una cosa di questo tipo. I fatti hanno dimostrato che queste due maestre non sono adatte per il delicato compito di educare i bambini».
Quale aria si respira oggi all'asilo nido La Coccinella?
«Rispetto a prima è cambiato tutto in positivo. Vediamo i bambini più curati e seguiti: si nota immediatamente. Pensiamo che la situazione sia cambiata anche livello organizzativo».
Cosa vi aspettate dalla giustizia?
«Solo Giustizia. Non andiamo alla ricerca di vendetta né di riscontri economici: ci aspettiamo una sanzione adeguata e proporzionata alla gravità di quello che è successo.
La nostra priorità assoluta e che queste maestre non possano più nuocere ai bambini. Speriamo vivamente che non si risolva tutto in un patteggiamento di pena».

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