Manda in fallimento un'azienda: imprenditore di Verrua agli arresti domiciliari

I Finanzieri del Comando Provincialedi Torino hanno messo agli arresti domiciliari un imprenditore, C.C. 50 anni di Verrua Savoia

Manda in fallimento un'azienda: imprenditore di Verrua agli arresti domiciliari
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I Finanzieri del Comando Provincialedi Torino hanno messo agli arresti domiciliari un imprenditore, C.C. 50 anni di Verrua Savoia

I Finanzieri del Comando Provincialedi Torino hanno messo agli arresti domiciliari un imprenditore, C.C. 50 anni di Verrua Savoia, responsabile di aver portato al fallimento una società di costruzione, di cui era amministratore di fatto. L'ordine di arresto è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torino, Stefano Vitelli. L’attività di indagine, condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Torino e coordinata dal sostituto procuratore Valerio Longi della Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, ha permesso di mettere in luce la condotta fraudolenta realizzata dal responsabile – in concorso con tre prestanome, di cui uno deceduto, ai quali è stata invece formalmente intestata l’azienda – attuata mediante la distrazione del patrimonio societario per circa 1,7 milioni di euro. Gli indagati, a fronte di una contingente situazione di difficoltà economica dell’azienda, ono entrati in contatto con i precedenti soci, dapprima con la promessa di procedere a un’azione di risanamento, poi estromettendoli dalla gestione imprenditoriale. Una volta messi a capo della società dei prestanome (uno dei quali reclutato in un bar), i responsabili mettevano in atto il loro reale piano di depredarne l’intero patrimonio, senza pagare i fornitori e i 15 dipendenti, destinandola così all’inevitabile fallimento. Diverse le modalità con le quali sono state prosciugate le risorse aziendali. Ad esempio sono stati riscontrati pagamenti diretti a una società, esistente solo sulla carta e gestita da personaggi compiacenti, a fronte dei quali non vi era alcuna giustificazione di natura economica. In un altro caso è stata verificatala cessione del contratto di leasing di un immobile, pressoché senza corrispettivo, a un’altra impresa riconducibile agli indagati, il cui conto corrente era gestito peraltro dalla compagna dell’arrestato. Gli investigatori hanno provveduto a ricostruire l’ammontare dei profitti illeciti realizzati, anche al fine di giungere a eventuali aggressioni patrimoniali. Lo stesso imprenditore risulta anche imputato per plurimi reati fiscali davanti al Gup del Tribunale di Asti.

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