Minacce di morte al vicino per il cane scappato
Il cucciolo si era infilato in un cancello aperto, accanto a quello del suo padrone.
Minacce di morte al vicino per il cane scappato. Una violenta lite tra condomini è finita addirittura davanti al giudice Antonio Borretta del Tribunale di Ivrea.
Minacce di morte
Minacce di morte al vicino per il cane scappato. Una violenta lite tra condomini è finita addirittura davanti al giudice Antonio Borretta del Tribunale di Ivrea. Sul banco degli imputati è stato chiamato Giuseppe Panarinfo, 57enne difeso dall’avvocato Mattia Fiò e residente all’epoca dei fatti a Lauriano. Qui, è domiciliata anche la parte offesa: un anziano signore torinese di 79 anni che dopo aver scoperto alcuni seri problemi di cuore ha deciso di spostarsi nella cittadina del chivassese.
I fatti
I fatti risalgono a ben 5 anni fa. Intorno alle 16 del 6 giugno 2014, lega il guinzaglio al suo cucciolo appena adottato e lo porta a fare una passeggiata. Di rientro dalla camminata, il piccolo cagnolino (di cui ha mostrato orgoglioso le foto al giudice) si infila nel cancello adiacente a quello del suo padrone. Dietro quella porta, casualmente socchiusa in quel momento, abitava la famiglia dell’imputato che, secondo la testimonianza dell’anziano torinese, lo avrebbe subito aggredito verbalmente. Nel corso dell’udienza che si è tenuta nella giornata di lunedì 10 giugno, la parte offesa ha riportato al giudice Borretta alcune pesanti ingiurie e addirittura minacce di morte.
Giuseppe Panarinfo dovrà ora rispondere alle accuse di presunte molestie e presunte minacce. L’imputato avrebbe persino cercato di aggredire fisicamente l’anziano, ma sarebbe stato fermato dalla moglie che ha prontamente chiuso il cancello. Lasciando così tempo sufficiente al 79 enne di rifugiarsi in casa insieme al suo fedele cagnolino.
I soccorsi
A quel punto, un suo amico, presente nell’alloggio, avrebbe contattato le forze dell’ordine e l’anziano ha sporto querela (che non ha voluto ritirare durante il processo). Al termine dell’udienza, il Pubblico Ministero ha richiesto per l’imputato la pena a 2 mesi reclusione. Il 24 giugno, è attesa la sentenza.