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Miracolo di Natale: vive al gelo in una tenda, sindaco e Carabinieri si prendono cura di lui

L'uomo da settimane è accampato al gelo lungo le sponde del Canale Cavour e ora può sognare un lavoro

Miracolo di Natale: vive al gelo in una tenda, sindaco e Carabinieri si prendono cura di lui
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Miracolo di Natale: vive al gelo in una tenda, sindaco e Carabinieri si prendono cura di lui.  L'uomo da settimane è accampato al gelo lungo le sponde del Canale Cavour e ora può sognare un lavoro.

Miracolo di Natale: vive al gelo in una tenda, sindaco e Carabinieri si prendono cura di lui

«Che aspetto ha l’amore? Ha le mani per aiutare gli altri. Ha i piedi per camminare incontro i poveri e i bisognosi. Ha gli occhi per vedere la sofferenza e il bisogno. Ha le orecchie per ascoltare i sospiri e i dolori degli uomini. Ecco come appare l’amore».
Servirebbe Sant’Agostino per raccontare con le giuste parole il miracolo di Natale che ha al centro una tenda piantata in un boschetto di acacie lungo la sponda sinistra del Canale Cavour, alle porte di Verolengo.
In quella tenda, attorno solo i resti di un fuoco acceso con legna verde, un paio di scarpe e un vecchio carrello, da qualche settimana vive Marco (nome di fantasia), trentenne di origine friulana che si è improvvisamente trovato senza lavoro.

L'uomo da settimane è accampato al gelo lungo le sponde del Canale Cavour e ora può sognare un lavoro

Disoccupato, in tasca nemmeno le monetine per un caffè, uno zaino con le sue poche cose e un cartello, «cerco lavoro», che ha fatto subito capire il suo dramma.
I primi ad accorgersi di lui sono stati i Carabinieri di Verolengo, coordinati dal Maresciallo Antonino Pane. I soliti controlli di routine, le verifiche in anagrafe con la collaborazione della Polizia Locale, la consapevolezza di trovarsi davanti ad un caso da trattare con la massima attenzione.
E così, giorno dopo giorno, sono stati messi insieme i tasselli della storia: una vita normale, precipitata nel baratro dopo la perdita del lavoro.
Marco non chiede la carità («A 30 anni non voglio finire nel giro dell’assistenzialismo, dei dormitori, delle mense per i poveri, voglio solo un lavoro onesto»), e in questi giorni di permanenza sul territorio (prima era a Pinerolo, è arrivato a Verolengo cercando un posto in cui non avrebbe dato fastidio a nessuno) si è proposto a chiunque per piccoli lavori, chiedendo in cambio qualcosa per poter comprare da mangiare.
Sui suoi passi ha incontrato anche il sindaco di Torrazza, Massimo Rozzino, che come l’Arma ha subito preso a cuore la vicenda.
E così Marco si è trovato in mano un telefono, una mazzetta di curriculum e la possibilità di affrontare dei colloqui nelle principali agenzie interinali del territorio.
La speranza è che Marco (ora tornato in Friuli dalla madre) possa presto ritrovare quella «dignità del lavoro» di cui ha parlato anche Papa Francesco: «Se noi non diamo alla nostra gente, ai nostri uomini e alle nostre donne, la capacità di guadagnare il pane, questa è un'ingiustizia sociale in quel posto, in quella nazione, in quel continente».

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