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Miriam, mamma e maestra speciale vinta dal male

Il suo sorriso aveva incantato i bambini che l’avevano conosciuta dal centro estivo alla scuola

Miriam, mamma e maestra speciale vinta dal male
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«Sono sempre i sogni a dare forma al mondo». E lei di sogni da realizzare ne aveva ancora tanti, troppi. Perché ancora nei suoi ultimi giorni progettava, progettava il suo futuro, quello della sua famiglia. Ma il disegno divino, quello che per noi esseri umani è difficile da comprendere, ha voluto diversamente per lei.

Miriam, mamma e maestra speciale

E ora di Miriam Maccotta rimangono i tanti ricordi, quelli di lei sorridente al centro estivo, di lei alla cattedra mentre insegna ai suoi alunni. Ma soprattutto quelli di lei, Roberto e la piccola Vera insieme, felici nonostante tutto. Perché la sua famiglia, quella che si era creata, era il suo porto sicuro come lo era quella di origine, perché papà Michele, mamma Angela e il fratello Ivan non l’hanno mai lasciata sola.
Miriam era una mamma, una moglie, una figlia, una sorella speciale, ma era anche un’amica formidabile e lo hanno dimostrato le centinaia e centinaia di persone che hanno voluto salutarla.
Una chiesa, quella parrocchiale di Verolengo, stracolma nel giorno del suo ultimo saluto. Tantissimi coloro che hanno voluto pregare per questa donna vinta dal male a soli 38 anni, tant’è che moltissimi hanno dovuto vivere la cerimonia all’esterno. Ma lei era in mezzo ad ognuno di loro, con il suo sorriso, la sua serenità e il suo amore.

Una ragazza che ha sempre dato il meglio di sé

Le parole di don Valerio D’Amico hanno lasciato il segno: «Miriam, una ragazza che ha sempre dato il meglio di sé, che ha tirato fuori il meglio dai ragazzi che ha incontrato sulla sua strada. In tutte le realtà che ha frequentato, lei ha messo al servizio del prossimo i suoi talenti, le sue competenze».

Sì perché Miriam si è sempre dedicata al prossimo, in maniera speciale ai giovani. Prima dando vita al Centro estivo parrocchiale con la cognata Alessandra Carmigno e con la collaborazione di don Giuseppe Boero. Poi nell’attività del pre e post scuola alla primaria e infanzia di Verolengo. E poi coronando il suo sogno di insegnare, dopo aver terminato il percorso scolastico. Prima alla primaria paritaria Figlie di Carità di Montanaro, poi con il trasferimento all’Istituto Comprensivo Gianni Rodari di Brandizzo, insegnando alla primaria «Buozzi».

Perché Miriam amava il suo lavoro che era una passione, stare in mezzo ai suoi ragazzi come ricordano coloro che da lei sono stati prima animati e poi hanno iniziato il percorso da animatori.

I ricordi

«Ciao Miriam - raccontano tra le lacrime - sei stata una tappa fondamentale nella crescita di molti ragazzi e di molti di noi, ora adulti. Una ragazza che ci ha presi per mano quando eravamo bambini e che ci ha aiutati a diventare sempre un po’ più grandi anche grazie alle sgridate che ci facevi nello stanzino. Si, perché quando ci richiamavi all’ordine, capivamo dal tuo sguardo cosa ci aspettava.
Ci hai arricchito e rallegrato con la tua presenza, la tua dedizione, il tuo entusiasmo, la condivisione del tuo tempo e non solo in oratorio, l’affetto schietto e coerente ti hanno sempre contraddistinto, sei stata una guida raggiante con quel sorriso che ti ha sempre accompagnato. Una delle tue canzoni preferite diceva “Sono sempre i sogni a dare forma al mondo”, perché tu davvero credevi che i sogni danno forma alla realtà. Tanti ne hai realizzati con tenacia ed impegno e tanti altri ancora dentro ad un cassetto… Vorremo quindi ricordarti cosi, dentro questa canzone».

La comunità non può che dire «Grazie Miriam, grazie per tutto quello che ci hai donato», come ha voluto sottolineare il fratello Ivan in uno scritto letto al termine del rito dall’ex docente Franca Villata: «Mia sorella è stata ed è tuttora in assoluto, senza alcuna ombra di dubbio, l'esempio vivente che se semini generosità, gentilezza, disponibilità, solidarietà, se si è affettuosi e premurosi con il prossimo non si può che raccogliere amore e gratitudine in abbondanza. I miei genitori, Roberto, io e Paola abbiamo una forza incredibile però questo macigno, precipitato sopra di noi, è troppo grosso. D’altronde siamo semplici esseri umani ma, grazie a voi, abbiamo riscoperto il significato della parola famiglia, gruppo di persone che si sostiene a vicenda: dove uno o più membri non riescono, ci sono altri che li sostengono e li aiutano. Ecco, in questo momento di immensa tristezza, incredulità e molta rabbia, voi ci avete sostenuto e ci siete stati vicini in tutti i modi possibili. Grazie a tutti, grazie per tutto, grazie. Come famiglia abbiamo fatto tutto il possibile per la malattia di Miriam, anche l'impossibile. Purtroppo serviva un miracolo e quello non potevamo farlo noi. Il male che ha avuto è stato ingiusto, profondamente ingiusto. Ingiusto per una mente terrena come la mia che proprio non capisce o non vuole accettare questo grande disegno che il Signore ci ha riservato. Dubbi, perché, riflessioni, domande che mi portano tutte alla stessa frase finale: non è giusto, non è giusto, non è giusto. La cosa che mi conforta è che adesso hai smesso di soffrire di quel dolore che non hai mai dato a vedere, che non hai mai fatto pesare a nessuno. Sei sempre stata coerente con te stessa. Miriam tu ci hai sempre insegnato con tutta te stessa e hai cercato di trasmettere la tua positività senza voler mai nulla in cambio. Perfino adesso, con il volto tranquillo e sereno, ci stai insegnando che anche nei momenti più difficili e bui è possibile mantenere uno spirito positivo. Non lo dimenticherò mai, non ti dimenticherò mai. Che bel sorriso avevi, contagioso e sincero anche perché se non volevi ridere, non ridervi.  Semplice, semplice come te. Genuino. Eri buona, pura, originale, non avevi doppie facce e la gente ti amava anche per quello. Un grazie di cuore a tutti, spero che mia sorella sia di esempio per voi e per i vostri figli. Sicuramente per me e lo sarà per i miei. Grazie Miriam, grazie, grazie. Miriam sarai sempre nei nostri cuori con amore infinito. La tua famiglia, tuo fratello Ivan».

Anche gli amici di Miriam hanno voluto ricordarla: «Ciao Miri, so che puoi sentirci. Volevamo scriverti questa lettera per dirti cosa sei stata per noi, anche se forse lo sai già. Miriam è l'amica che tutti avrebbero dovuto avere, disponibile, discreta, sincera! Ti abbiamo vissuto, chi più chi meno, ma per ognuno di noi sei stata un'amica leale e premurosa. Un tuo sguardo poteva rasserenare il cuore di chiunque, uno sguardo dolce ed allo stesso tempo diligente e diretto. Non mancava mai la tua saggia parola. Come dicevi tu, sono sempre i sogni a dare forma al mondo! E tu amica nostra, ce l'hai dimostrato, ci hai insegnato a non perdere la fiducia nella vita e la voglia di realizzare i nostri sogni. Ognuno di noi ha impresso nella mente un momento unico passato insieme a te. Avremmo tante cose da dirti ancora, ma non basterebbe un foglio per raccontare le avventure passate insieme. Sono momenti che non dimenticheremo mai. L'unica cosa certa ora è che sarai lì con la tua aureola a vegliare su di noi e sulla tua piccola Vera, una bambina splendida, ti somiglia molto, un esempio per tutti noi. Ti salutiamo Miri con un arrivederci. Sei e sarai sempre con noi, ti vogliamo bene».

Anche la leva del 1985, che conosce da tempo il significato di perdere un coscritto: «Purtroppo la leva 1985 ha perso un altro sorriso, un sorriso contagioso, perché quando si vedeva Miriam sorridere era quasi impossibile non sorridere. Miriam, coscritta, moglie e mamma dolce, solare, pronta ad aiutare tutti... quasi impossibile trovare difetti. Anche lei strappata alla vita terrena troppo presto. Ognuno di noi ha un bel ricordo dalle nostre serate, ormai si parla di vent'anni fa, dei coscritti ad altri momenti passati con lei. Insomma anche lei, come Daniele, mancherà».

Miriam lascia un grande insegnamento: l’importanza nel dare se stessa al prossimo, ai più giovani.

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