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Mister e... «pedofilo»: palpeggiava i calciatori durante gli allenamenti

Ora è indagato dalla Procura di Ivrea per «violenza sessuale nei confronti di minori»

Mister e... «pedofilo»: palpeggiava i calciatori durante gli allenamenti
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Andavano controvoglia agli allenamenti o li saltavano completamente. Alla pari delle partite amichevoli estive, propedeutiche alla nuova stagione sportiva, che sarebbe iniziata poi nel settembre scorso.
Atteggiamenti particolarmente strani per giovani che normalmente farebbero di tutto per allenarsi e giocare.
E così, diversi genitori di due squadre del Torinese hanno iniziato ad insospettirsi. Fino a quando alcuni atleti sono scoppiati in lacrime e hanno confessato, a padri e madri, come il loro atteggiamento fosse dettato dalle «strane attenzioni» del loro tecnico, un uomo di Settimo Torinese, abilitato ad allenare nei Settori Giovanili e nelle Scuole Calcio, iniziate in occasione di un campus estivo.

Palpeggiava i calciatori durante gli allenamenti

Palpeggiamenti nelle zone intime, da quanto si è appreso. Ora è indagato dalla Procura di Ivrea: per il pubblico ministero titolare dell’indagine (che è ancora in una fase preliminare), Ludovico Bosso, il reato è quello di «violenza sessuale nei confronti di minori».
Nelle ultime settimane, sono stati interrogati in modalità «protetta» i ragazzi, con tanto di assistenza psicologica e presenza dei genitori, che ora avranno l’arduo compito di supportarli in questa fase così difficile e complicata. Anche, perchè, bisogna dirlo, si tratta di ragazzi in una fascia già di per sé molto complessa come quella dell’adolescenza.
Non è escluso, però, che la Procura decida di interrogare tutti i ragazzi allenati dal tecnico nel corso di questi anni, ipotizzando come il mister possa essersi comportato nello stesso modo anche in passato. Anche prima che qualche giovane «campioncino» trovasse il coraggio di denunciare l’accaduto.

Avviate le indagini

La Procura di Ivrea ha avviato le indagini dopo un lungo e tortuoso iter, partito da un incontro nel luglio scorso avuto tra dirigenza della società dove prestava servizio il tecnico e i genitori dei giovani.
Dopo quell’incontro, la dirigenza aveva deciso di segnalare il tutto non alla Procura competente bensì alla Figc (Federazione Italiana Giuoco Calcio) e al Coni (Comitato olimpico nazionale italiano) e lo ha allontanato, non rinnovandogli il tesseramento per la stagione 2023-2024.
I due massimi Enti sportivi hanno deciso di segnalare il tutto alla Procura di Torino che ha poi informato la Procura competente territorialmente, ovvero Ivrea.
Attualmente l’uomo sarebbe ancora in attività per una società del Torinese che ha i campi proprio nella stessa cittadina dove sarebbero avvenute quelle «strane attenzioni».
Nel frattempo, i carabinieri hanno effettuato a casa dell’uomo una perquisizione per il sequestro di computer, telefonini, schede di memoria. L’uomo ora rischia anche un processo di carattere sportivo, visto che dal 2014 è nata la Procura Generale dello Sport.

Il ruolo della Procura Generale dello Sport

Nata a tutela della legalità dell’ordinamento sportivo, per volere del Coni, agisce da tempo per «contrastare i fenomeni degli abusi, delle violenze sessuali, del bullismo, delle discriminazioni di genere e della violazione della cultura del rispetto che deve improntare l’attività di ogni appartenente al mondo dello Sport.
Recependo l’indirizzo del Comitato Olimpico Internazionale, che negli ultimi anni ha sviluppato programmi e iniziative per salvaguardare gli atleti da molestie e ogni forma di abuso nello sport, sin dal 2021 il Consiglio Nazionale del Coni ha approvato all’unanimità una delibera che prevede l’inserimento nei principi fondamentali degli statuti delle Federazioni del divieto assoluto di tesseramento presso ogni tipo di ente sportivo per i soggetti radiati per atti di violenza e/o di molestie nei confronti delle persone e/o degli animali. Alle norme si affianca anche, dopo un intenso lavoro preparatorio di analisi e approfondimento, un’attività di formazione, educazione e sensibilizzazione finalizzata alla prevenzione degli abusi, delle discriminazioni e di ogni forma di sopraffazione. Il tema centrale è un approccio culturale nuovo, che contribuisca a identificare ed allontanare quei soggetti che minano la sicurezza dell’ambiente sportivo che, dopo la famiglia e la scuola, è la terza agenzia educativa del paese. L’auspicio è che la fiducia nel sistema induca alla ideale sottoscrizione di un vero e proprio «patto di corresponsabilità” tra queste principali agenzie educative», si legge in una nota diffusa nel recente passato dal Coni.

 

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