A VEROLENGO

Monumenti usati come panchine dai ragazzi LE FOTO

Gruppetti di adolescenti non rispettano nemmeno i divieti imposti dai cartelli. 

Monumenti usati come panchine dai ragazzi LE FOTO
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Monumenti usati come panchine dai ragazzi a Verolengo. Gruppetti di adolescenti non rispettano nemmeno i divieti imposti dai cartelli.

La mala gioventù

Un tempo a scuola c’era l’ora di educazione civica, quella materia che insegnava anche a prendersi cura del luogo in cui si vive, a rispettare il prossimo e i beni materiali. Materia che per anni non è stata più insegnata ma che la legge 20 dell’agosto 2019 ha deciso di reintrodurre.
Un aspetto che in molti, soprattutto chi gestisce la cosa pubblica ha apprezzato da parte del Governo, visto che ogni giorno, soprattutto i più giovani, si trasformano in bulli e vandali ai danni non solo di altre persone ma anche dei beni pubblici.

Monumenti come panchine

E tra i paesi che devono fare i conti con questi bulli c’è Verolengo. Il vicesindaco Roberto Giglia nelle scorse settimane infatti aveva confermato la presenza di giovani che senza nessun pudore giocavano a calcio e mangiavano snack (lasciando poi tutto sporco) all’interno del monumento ai Caduti delle Guerre.
E nemmeno dopo che il Comune ha posizionato un divieto, hanno smesso di utilizzare il monumento come un campo da calcio.
Ma non si fermano certo qui i comportamenti scorretti. Anche il monumento in onore del Capitano dei carabinieri Vincenzo Nuvolone non passa certo indenne.
Questo, per qualche ragazzina, è una panchina dove sedersi per farsi qualche selfie o guardare il telefono con l’amica. E del loro passaggio ne resta anche traccia: bottiglie e confezioni di cibo.
Una vergogna che continua pochi metri più avanti, nel parco giochi dove ormai è terra di nessuno. Dove i bambini possono giocare con le attrezzature quando i ragazzi più grandi non decidono di impossessarsi dei giochi, rompendoli anche. Un caso che da anni oramai va avanti a Verolengo ma che in queste ultime settimane si è accentuato facendo sì che genitori e nonni cerchino altri posti dove andare pur di evitare quel luogo dove l’educazione non è proprio di casa. Anzi.

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