Natale cancellato, genitori in rivolta: «Così annientano le nostre tradizioni»

I genitori esprimono il loro parere a riguardo.

Natale cancellato, genitori in rivolta: «Così annientano le nostre tradizioni»
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Natale cancellato, genitori in rivolta: «Così annientano le nostre tradizioni».  La notizia della scorsa settimana dei mancati festeggiamenti in alcuni istituti scolastici di Chivasso ha portato ad una forte reazione da parte dei genitori che hanno i figli che frequentano le scuole in questione.

Natale cancellato, genitori in rivolta

Natale, la festa per eccellenza per la cultura cristiana e che viene vissuta da adulti e bambini come un momento o meglio un periodo di grande festa. Una festa sotto di tutti i punti di vista ovvero attraverso eventi gioiosi e religiosi, ma tutti accomunati dal fatto che andavano a celebrate la Natività di Gesù.
La notizia della scorsa settimana dei mancati festeggiamenti in alcuni istituti scolastici di Chivasso ha portato ad una forte reazione da parte dei genitori che hanno i figli che frequentano le scuole in questione.
Siamo andati poco prima delle 16.30 fuori dalla primaria Dasso (nel quartiere Blatta di Chivasso) a parlare con i genitori di questa situazione.
«Non mi sembra corretto agire in questo modo.
Eliminando le manifestazioni religiose legate al Natale come possono essere i canti religiosi e la visita al presepe - dicono due mamme - si va a creare una situazione opposta.
Ovvero, diventiamo noi e i nostri bambini ad essere discriminati.
Credo che le insegnanti debbano essere libere di far intonare i canti natalizi ai nostri bambini e in quei giorni coloro che professano un altra fede, se lo ritengono opportuno, non parteciperanno all’evento e rimarranno a casa».

Un altro parere

Un altro pensiero si sta diffondendo tra le famiglie. «Ma siamo poi proprio sicuri che il fatto che vengano eliminati certi eventi legati al Natale sia una cosa vista in maniera positiva da coloro che professano una fede diversa dalla nostra? - si domanda una mamma - E’ mai stato chiesto cosa ne pensano?
Magari loro avrebbero piacere di visitare il presepe. Io se dovessi andare in un altro Paese visiterei un loro luogo di culto, ma questo non vuol dire che cambierei religione. Poi, c’è da dire che i bambini si fanno molti meno problemi di noi, la loro spontaneità dovrebbe essere presa d’esempio da molti. Infatti, io credo che eliminare determinati eventi entrati nella nostra tradizione, diventi un modo per alzare altri muri tra culture. Non è la maniera corretta per unire questa.
Si ottiene il risultato opposto perchè vengono a crearsi degli screzi che si possono evitare. Io non ero al corrente di questa situazione e credo che molti altri genitori siano nella mia stessa situazione.
Adesso abbiamo anche le chat su WhatsApp per comunicare, ma non è mai comparso un avviso che potesse far pensare a questo».
«Ma qui andiamo sempre peggio - dice un papà - ogni simbolo della nostra religione adesso è diventato motivo di disturbo, ma dove andremo a finire?
Le recite, i canti natalizi sono sempre stati parte del nostro patrimonio non solo religioso, ma anche culturale. Adesso tutto si sta smembrando. Non parliamo poi del fatto che in una classe o in una scuola ci sono persone di religioni diverse potrebbe essere visto come un arricchimento culturale. In questo caso, le lezioni potrebbero essere estese allo studio delle religioni, ma anche in questo caso mi rendo conto che non sarebbe una cosa facile perchè ci sarebbe sempre chi si lamenterebbe. Insomma, oramai siamo capaci solo a complicarci la vita e a vedere solo aspetti negativi e di contrasto anche dove non ce n’è alcuna necessità. Per certi aspetti siamo una società che sta arretrando e cancelliamo ciò che ci appartiene».

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