’Ndrangheta, condannato Bruno Trunfio
Le sentenze d’Appello del Tribunale di Torino per i due filoni processuali nati dall’inchiesta «Geenna».
Pronunciate lunedì 19 luglio le sentenze d’Appello del Tribunale di Torino per i due filoni processuali nati dall’inchiesta «Geenna».
’Ndrangheta, la sentenza dell'operazione «Geenna»
Pronunciate lunedì 19 luglio le sentenze d’Appello del Tribunale di Torino per i due filoni processuali nati dall’inchiesta «Geenna» (coordinata dalla Dda di Torino e condotta dai carabinieri del Ros e del Reparto operativo di Aosta) su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta.
Tra gli imputati anche Bruno Trunfio, di Torrazza ed ex assessore a Chivasso, per cui i giudici hanno confermato i quattro anni di carcere inflitti in primo grado.
Le accuse
Secondo le accuse, Bruno Trunfio avrebbe acquistato da Bruno Nirta (considerato uno dei vertici della presunta locale e condannato in appello a 12 anni e 7 mesi) 500 grammi di cocaina per una cifra di 20 mila euro, il tutto con la «collaborazione» di Carlo Maria Romeo (notissimo avvocato torinese, che si era subito dichiarato estraneo ai fatti contestati, condannato in appello a 4 anni e 6 mesi).
I provvedimenti, come detto, scaturiscono da un’attività investigativa avviata nel 2014 dal Nucleo Investigativo di Aosta e dal Ros nei confronti di diversi esponenti della criminalità organizzata calabrese presenti nel capoluogo valdostano. I successivi approfondimenti hanno consentito agli investigatori di ipotizzare l’esistenza di un sodalizio ‘ndranghetista, operante in Valle, riconducibile principalmente alla cosca Nirta-Scalzone di San Luca, e di far emergere l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti tra la Spagna e l’Italia.