'Ndrangheta e Juventus, condannato Germani

Ribaltata la sentenza di primo grado.

'Ndrangheta e Juventus, condannato Germani
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'Ndrangheta e Juventus, condannato il Chivassese Fabio Germano. La Corte d'Appello ribalta la sentenza di primo grado.

'Ndrangheta e Juventus, condannato Germani

Un anno fa l’avvocato Michele Galasso commentava l’assoluzione del suo assistito Fabio Germani, l’imprenditore chivassese coinvolto nell’operazione della Polizia di Stato «Alto Piemonte». Operazione tesa a sgominare le infiltrazioni di ‘ndrangheta nella curva della Juventus (completamente estranea ai fatti). Una decisione ora totalmente ribaltata in appello. Accanto al nome di Germani ha scritto «quattro anni e cinque mesi» per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l’accusa il ruolo di Germani sarebbe stato quello di «anello di collegamento» tra il mondo della tifoseria bianconera e Saverio e Rocco Dominello, padre e figlio di Montanaro, sospettati di essere esponenti della potente cosca Pesce-Bellocco.

Sconto per i Dominello

Per loro, l’Appello ha portato uno sconto di pena: Saverio passa da 12 a 8 anni e 8 mesi, mentre Rocco da 7 a cinque. Assolto invece Michele, fratello di Rocco, come il padre difeso dall’avvocato Giuseppe Del Sorbo. Secondo i Pubblici Ministeri i due Dominello sarebbero responsabili di aver gestito il bagarinaggio dei biglietti per gli ultrà bianconeri. In forza del loro «nome» avrebbero sempre garantito pace e tranquillità tra le fazioni, guadagnandosi l’accesso a numerosi biglietti da rivendere sul mercato nero. Padre e figlio sono stati condannati per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. E anche per il tentato omicidio, avvenuto nel 2014 a Volpiano, ai danni di Antonio Tedesco. Questo era il titolare del night club «Harmony Suite 229». Un episodio, secondo le ricostruzioni, legato a presunte questioni di soldi relative alla gestione del locale.

I guai di Germani

Secondo la Procura il chivassese avrebbe favorito la ‘ndrangheta «Nei cui confronti manteneva relativa autonomia, agendo per tornaconto personale e tuttavia con la consapevolezza di così contribuire alla permanenza e al consolidamento del sodalizio criminoso, di conseguire le sue finalità e di acquisire illecitamente in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche». I guai di Fabio partono dalla conoscenza di Rocco Dominello, fratello di quei Michele e Salvatore arrestati nel corso dell’operazione «Colpo di Coda». E condannati in due gradi di giudizio. Secondo le accuse Germani avrebbe messo in contatto Rocco e suo padre Saverio con alcuni dirigenti dei settori sicurezza e biglietteria della Juventus. «Così creando loro opportunità di tipo economico - imprenditoriale in detto settore». La difesa aveva subito puntato sul fatto che Germani non sapesse nemmeno dell’esistenza della ’ndrina Pesce Bellocco. E che tanto meno sapesse che i due Dominello ne facessero parte. Il vero business che avrebbe però portato soldi nelle casse delle cosche sarebbe stato quello dei biglietti per le varie partite organizzate nello Juventus Stadium. E qui sarebbe entrato in gioco Germani, che da tempo aveva disponibilità di biglietti in forza del suo ruolo nella tifoseria.

 

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