giudiziaria

’Ndrangheta, la DDA chiude le indagini sull’operazione «Habanero»: 26 indagati

Coinvolti Francesco Maiolo, Francesco Ciconte e Giuseppe Taverniti di Brandizzo e Rinaldo Loielo, residente a Rondissone

’Ndrangheta, la DDA chiude le indagini sull’operazione «Habanero»: 26 indagati
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Associazione di tipo mafioso armata, omicidio plurimo (la strage di Ariola, commessa il 25 ottobre 2003 nelle campagne della zona pedemontana di Gerocarne delle Preserre, in provincia di Vibo Valentia) concorso esterno in associazione mafiosa, e altri reati (aggravati dalle modalità e finalità mafiose), quali estorsione, coltivazione di sostanze stupefacenti, concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti, rapina, reati in materia di armi.

’Ndrangheta, chiuse le indagini sull’operazione «Habanero»

Questi i contorni dell’operazione «Habanero», condotta il 21 giugno 2024 dai Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Vibo Valentia (con il supporto in fase esecutiva dei militari dei Comandi Provinciali Carabinieri di Reggio Calabria, Pescara, Chieti e Torino) e ora arrivata alla fase di conclusione indagini ad opera della DDA di Catanzaro (PM Annamaria Frustaci e Andrea Buzzelli ).

L’ennesimo fascicolo che, se mai ce ne fosse ancora bisogno, conferma il legame strettissimo tra le organizzazioni criminali calabresi e il nostro territorio, legame emerso per la prima volta nel corso dell’operazione «Minotauro» del giugno 2011.
E ogni volta che un’indagine scoperchia qualche vaso di Pandora, quelli che si trovano sono nomi nuovi, fatti nuovi, nuovi legami con «famiglie» che da paesi distanti più di mille chilometri fanno il bello e il cattivo tempo in un Piemonte (per non dire Chivassese) che ancora crede (sbagliando) di avere gli «anticorpi».

26 indagati

Il provvedimento interessa ventisei indagati a vario titolo (erano quattordici nella prima fase, tra cui Francesco Ciconte, 29 anni, di Sorianello ma residente a Brandizzo (avvocato Vincenzo Cicino), Rinaldo Loielo, 30 anni, di Gerocarne ma residente a Rondissone (avvocato Pamela Tassone), Francesco Maiolo, 42 anni, di Acquaro ma residente a Brandizzo (avvocati Sandro D’Agostino e Luca Canzoniere) e Giuseppe Taverniti, 48 anni, di Gerocarne ma residente a Brandizzo, provincia di Torino (avvocati Francesco Lojacono e Vincenzo Cicino).
Ora, gli indagati hanno venti giorni di tempo per produrre memorie difensive o chiedere di essere interrogati dai PM.

Le indagini

Gli elementi indiziari acquisiti hanno consentito di delineare il protrarsi, nonostante precedenti provvedimenti giudiziari, dell’operatività, nell’area delle «Preserre» vibonesi, della cosca di ’ndrangheta ricompresa nel «locale dell’Ariola», con interessi economico-criminali in Piemonte, Abruzzo, Svizzera e Germania.
La gravità indiziaria ha riguardato l’attuale assetto del sodalizio, determinatosi all’esito di un cruento scontro con altro gruppo, nell’alternanza degli equilibri criminali, anche con riti di affiliazione avvenuti durante lo stato di detenzione, dimostrando in tal modo la perseverante capacità di penetrazione della ‘ndrina all’interno degli istituti carcerari.
In tale contesto, la gravità indiziaria conseguita, allo stato, sul piano cautelare, attraverso gli articolati e complessi approfondimenti investigativi, ha riguardato anche il triplice omicidio di mafia, commesso il 25 ottobre 2003 a Gerocarne e noto come «Strage dell’Ariola», inserito all’interno di una lunga faida sanguinosa tra famiglie rivali che si contendevano l’egemonia criminale sul territorio.
Nell’ordinanza cautelare i magistrati hanno rilevato plurime condotte illecite di estorsione, coltivazione di sostanze stupefacenti, concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti, rapina, reati in materia di armi, aggravati dalle modalità e finalità mafiose.

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