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Nei guai per i «rifiuti» all’ecocentro, verso il processo

Estorsione, peculato e concussione.

Nei guai per i «rifiuti» all’ecocentro, verso il processo
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Estorsione, peculato e concussione. Queste le accuse sulla richiesta di rinvio a giudizio firmata dal Pm della Procura della Repubblica di Ivrea per una vicenda datata primi mesi del 2016.

Nei guai per i «rifiuti» all’ecocentro

Nei guai alcuni Rom residenti nei Comuni della Collina, noti per attività di raccolta ferro, e due dipendenti della Seta, che oggi come allora rigettano con forza ogni accusa.
L’indagine, su cui pende la prescrizione, era stata condotta dai carabinieri di Cavagnolo all’epoca guidati dal Maresciallo Simone Generoso.
Stando alle prime informazioni, i due dipendenti erano finiti nei guai perché sospettati di aver «consegnato» ai Rom rifiuti «da cassonetto» (principalmente ferro) che per Seta avrebbero comunque avuto un valore.
Creando, di conseguenza, un danno alla società.
Una situazione, quella della massiccia presenza dei nomadi all’ecocentro, che anni fa era diventata un caso: i Rom, divisi in vere e proprie squadre, selezionavano i rifiuti in ingresso, direttamente su auto e furgoni, recuperando ferro e altri oggetti rivendibili e lasciando a Seta, in pratica, solo lo scarto.

L’accusa di estorsione è legata alle «modalità» di questa selezione

«Una situazione paradossale - avevano spiegato i colleghi - anche perché noi stessi segnaliamo, da anni, la presenza dei Rom a Cavagnolo come a Brusasco, Brozolo e Casalborgone».
Dalla direzione Seta fanno sapere che «La società è a conoscenza della situazione che risale a fatti avvenuti nel 2015 negli ecocentri mobili della collina Chivassese.

Il problema degli ecocentri mobili

La gestione degli ecocentri mobili è sempre stata complessa, tant’è che sono stati progressivamente dismessi, preferendo a questi la realizzazione di ecocentri distribuiti sul territorio consortile.
Per agevolare i Comuni della collina, nel febbraio di quest’anno, è stato inaugurato l’ecocentro di Cavagnolo e sarà di prossima realizzazione l’ecocentro di Gassino. La gestione precedente era oggettivamente complicata dall’impossibilità di impedire l’accesso ai cassoni di conferimento ai malintenzionati, vista l’alta affluenza degli utenti.
Gli operatori di SETA Spa in servizio presso gli ecocentri mobili avevano il compito di gestire la movimentazione dei cassoni ed il corretto conferimento dei materiai differenziati e non quello di garantire l’ordine pubblico.
SETA Spa confida comunque nell’operato della Magistratura per fare corretta luce sui fatti accaduti».

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