Cronaca
RONDISSONE

No ai dati biometrici per la carta d’identità: segnalazione in Procura

Barbara Squillace ha comunicato l’accaduto al Garante delle Privacy

No ai dati biometrici per la carta d’identità: segnalazione in Procura
Chivasso Pubblicazione:

Un rilascio di una semplice carta d’identità si è trasformata in una questione legale a Rondissone. Qualche settimana fa, infatti, Barbara Squillace, già consigliere d’opposizione, si è recata negli uffici comunali per chiedere il rilascio del documento.

Caso dati biometrici per la carta d'identità

«Sono andata a richiedere la carta d'identità - spiega Squillace - e mi hanno chiesto i dati biometrici per il suo rilascio. Siccome non volevo rilasciarli, ho chiamato il mio avvocato che mi ha chiaramente detto che la legge dice che il rilascio dei dati biometrici è facoltativo e che l'Amministrazione stava violando la legge. Allora sono tornata in Comune con l’articolo di legge stampato su carta per fargli capire lo sbaglio. Lì ad aspettarmi c’erano il sindaco, i consiglieri, i funzionari e c'era anche il vigile: tutti contro di me. Naturalmente tutto è stato filmato. Ho chiamato i carabinieri e, visto che non mi hanno restituito la patente, ho denunciato alla Procura della Repubblica l'accaduto. Seguirà anche un esposto al Garante della privacy».

La replica del sindaco

Dal canto suo, anche il sindaco Antonio Magnone, contattato, ha voluto spiegare quanto accaduto: «Innanzitutto vorrei precisare che i dipendenti del Comune operano in modo professionale e nel rispetto delle regole di legge vigenti, senza alcun tipo di distinzione verso gli utenti ed aggiornandosi in funzione delle evoluzioni e/o modifiche di legge.
Confermiamo che il Comune di Rondissone, in perfetta sintonia con l’intera Amministrazione in carica, espleta le sue attività di carattere tecnico/amministrativo, nel rispetto delle disposizioni di legge ed attraverso gli strumenti messi a disposizione per queste entità a livello nazionale al fine di garantire la corretta applicazione delle procedure in essere.
Si evince quindi che l’argomento sollevato dalla consigliera di minoranza assume una connotazione di tipo generale a livello Paese anziché riferirsi a mancanze e/o negligenze comunali.
Anche in questa occasione, come già avvenuto in questi 4 anni, analizzeremo queste richieste/accuse, anche se non pertinenti per una piccola realtà come la nostra.
Dunque, verificheremo anche in questa occasione le accuse mosse verso i dipendenti e l’attuale amministrazione valutando con gli enti preposti se esistono gli estremi per avviare delle azioni atte a chiarire le posizioni e le responsabilità di ognuno, individuando eventualmente le modalità più consone per il trattamento e la corretta gestione di questo tipo di argomentazioni».
Magnone, insomma, non si pronuncia su quanto accaduto ma attende le apposite verifiche.
Dunque, altro tema che costerà tempo e denaro al Comune, ma che il sindaco non vuole assolutamente lasciar passare così come Squillace.

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