Nucleare, Cia delle Alpi: "Il Governo non tiene conto dell'importanza del territorio"
L'intervento dopo l'individuazione delle aree nella Cnapi.

Depositi radioattivi, Rossotto e Andreis (Cia delle alpi): «Sui siti nucleari del torinese, il governo contraddice le politiche sul consumo del suolo».
Nucleare, la reazione di Cia delle Alpi
«Siamo sorpresi e preoccupati, l’individuazione dei siti in provincia di Torino non tiene conto in alcun modo del consumo di suolo agricolo fertile, né tantomeno delle coltivazioni di pregio e protette che vi si trovano, come il Peperone di Carmagnola Igp e l’Erbaluce docg della zona di Caluso. Esprimiamo la nostra totale contrarietà su queste scelte e chiediamo che venga aperto quanto prima un tavolo di confronto con il Governo».
Così Stefano Rossotto e Luigi Andreis, rispettivamente presidente e direttore di Cia Agricoltori italiani delle Alpi, sulla pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, che individua due siti in provincia di Torino: uno a Carmagnola e un altro tra Caluso, Rondissone e Mazzè.
«Ciò che lascia sconcertati – osservano Rossotto e Andreis - è la totale assenza, tra i criteri di valutazione dei siti, del valore agricolo e paesaggistico del territorio, senza contare che queste scelte appaiono quantomeno incomprensibili anche rispetto all’attuale orientamento legislativo sul consumo del suolo. Auspichiamo che si arrivi al più presto ad un tavolo di concertazione con Ministero dell'Ambiente, Regione, Provincia e Comuni interessati per rappresentare le istanze degli agricoltori, che in definitiva sono i veri custodi del patrimonio ambientale della nostra provincia».
Anche Cia Torino dice la sua
«L’individuazione dei siti per il deposito nucleare in Piemonte ci preoccupa molto. Prendiamo atto che si è agito come se l’agricoltura non esistesse. Nessuna considerazione per coltivazioni di pregio come l’Erbaluce del Canavese e il Peperone di Carmagnola Igp, nessuna attenzione al consumo del suolo, tema centrale della tutela ambientale. Queste scelte sono inaccettabili e ci batteremo fino in fondo per far valere le ragioni degli agricoltori».
Così il presidente regionale di Cia Agricoltori italiani del Piemonte, Gabriele Carenini, dopo la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, che in Piemonte individua otto potenziali aree, due in provincia di Torino e sei in provincia di Alessandria.
«Negli anni la campagna del Piemonte ha già dovuto pagare un prezzo altissimo agli insediamenti e alle emergenze che impattano sull’ambiente – osserva Carenini -, non si può accettare che gli agricoltori non vengano nemmeno informati su scelte che stravolgeranno le loro aziende. Il Piemonte ha un’agricoltura di primo livello, proiettata nel futuro. Il deposito delle scorie nucleari vuol dire tarpare le ali a imprese agricole che hanno investito tutto sulla qualità e i prodotti dell’eccellenza piemontese».