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Nucleare, «Sono troppe le questioni ancora aperte e il Comune resta in silenzio»

Il caso sollevato dall’ex primo cittadino Pozzi

Nucleare, «Sono troppe  le questioni ancora aperte e il Comune resta in silenzio»
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«I sindacati hanno sollevato il velo dell’omertà sulla questione nucleare». Franco Pozzi, ex sindaco di Saluggia e da sempre molto attento a ciò che avviene nel Palazzo Municipale di Saluggia, dopo aver letto le parole della Cgil interviene.

Nucleare, «Sono troppe le questioni ancora aperte e il Comune resta in silenzio»

«C’era un muro che nasconde le tante criticità che ci sono all’interno del sito saluggese – prosegue Pozzi – Oggi, però, con l’intervento dei sindacati si è scoperchiato un vaso. Il problema reale e attuale che loro hanno denunciato è la carenza di personale. Perché? Perché i lavoratori iniziano ad andare in pensione. Oggi nel sito si cerca di effettuare la guardia tecnica e di garantire la sicurezza. Ma cosa intenderà fare Sogin con il Cemex? Perché questo andrà gestito su tre turni con almeno una ventina di persone. E devono essere specializzati per questo genere di attività. Dunque o li assumerà e poi li manderà in Inghilterra o Francia per l’addestramento oppure dovrà affidare l’attività, attraverso dei contratti di gestione, alle aziende specializzate inglesi o francesi. Anche la gestione del Cemex è un tema importante».

Il silenzio dell'amministrazione...

E se Pozzi da una parte è preoccupato per le scelte di Sogin, dall’altra lo è per il silenzio dell’Amministrazione. Di tutta l’Amministrazione.
«Il sindaco Libero Farinelli non si pronuncia perché finché la situazione rimane tale il nostro Comune continua ad incassare le compensazioni, circa 2 milioni l’anno. La minoranza non ha ancora capito come fare opposizione (ma questo è un altro tema) – commenta Pozzi – Qui la politica non fa nulla, c’è il silenzio più assoluto. Meno male che a Trino, anche se per me è follia, la politica si è fatta sentire. A chi mi chiede cosa dovrebbe fare il Comune rispondo: dovrebbe informarsi e studiare. E questo non lo fanno. Del nucleare non se ne sa più nulla perché non c’è una Commissione nucleare nella quale si esamina la situazione. Vero, c’è un tecnico del comune ma che non ha la competenza per questo settore specifico. L’Amministrazione non si siede ai tavoli se non ai due che vengono convocati tutti gli anni. Ma anche di questo, nessuno ne parla. Ma di questioni aperte ce ne sono. Il deposito vecchio di rifiuti solidi, il 2300: è stato chiesto un ampliamento. Stando all’attuale piano regolatore non sarebbe consentito. Con la sua rielaborazione lo sarà? Di questo non se ne sa nulla. Ci sono ancora 53 elementi nel deposito Avogadro che devono essere trasportati in Francia ma sono ancora qui. Già perché la Francia prima di accettarli vuole conoscere dove sorgerà il sito definitivo. Anche qui, una storia che va avanti da troppi anni. E il Bunker, cosa stanno facendo?».
Poi Pozzi guarda dubbioso all’appalto per la costruzione del Cemex: «Il primo appalto aveva il valore di 96 milioni di euro circa. I lavori, soprattutto quelli civili, erano stati realizzati. Poi il nuovo appalto, questa volta dal valore di 127 milioni di euro. Trenta milioni in più per meno opere (perché già realizzate) questo è il primo dubbio. Il secondo è sulla cooperativa che ha vinto l’appalto: non ha mai operato in questo settore. Dunque cosa pensano di fare? Forse di dare l’incarico ad una ditta inglese o francese?».

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