Un grave episodio di intolleranza e minaccia anonima è stato denunciato a Candia Canavese. Una famiglia di fede musulmana, residente in Italia da trent’anni e perfettamente integrata nella comunità, ha ricevuto una lettera contenente messaggi di odio a sfondo razziale e politico. La famiglia aveva esposto la bandiera palestinese sul balcone come simbolo di solidarietà per le vittime del conflitto.
Odio sul lago: minacce anonime a una famiglia musulmana
Il testo della missiva, recapitata con regolare francobollo e timbro postale, è di inaudita violenza verbale:
“Sciiti di m**** Allah vi sta punendo. La Palestina non esisterà sulla terra i palestinesi sono odiati anche dagli altri paesi arabi vi distruggeremo ricordatevi piangendo il 7 ottobre.”
Le figlie, nate in Italia e cittadine italiane, hanno immediatamente chiarito la loro posizione: “Siamo contrarie ad ogni forma di guerra e di violenza”. Hanno ribadito che considerano l’Italia la loro casa e che l’esposizione della bandiera è un gesto di pacifica testimonianza umanitaria.
Condanna e denuncia
L’episodio è stato formalmente denunciato dalla famiglia ai Carabinieri, un passaggio fondamentale per attivare le indagini sulla matrice e sull’identità dell’autore del gesto anonimo.
Il Sindaco di Candia Canavese, Mario Carlo Mottino, ha rilasciato una ferma e inequivocabile dichiarazione istituzionale in merito:
“Ognuno può pensarla come vuole, ma c’è un limite a tutto. Si tratta di un fatto grave, di odio e razzismo. Mi vergogno profondamente di certi miei concittadini che oltretutto si nascondono dietro l’anonimato.”
Il Sindaco ha espresso piena solidarietà alla famiglia, sottolineando il loro status di cittadini irreprensibili e integrati, e ha condannato con forza il “razzismo dilagante”, promettendo che, nella sua veste istituzionale, “lo contrasterò sempre!”. L’esperienza pregressa del Sindaco con lettere anonime rafforza la sua autorità nel consigliare la denuncia come unico strumento efficace.
Il reato
L’atto di inviare una lettera anonima con un linguaggio minaccioso e denigratorio basato sull’origine etnica o la fede religiosa configura potenzialmente un reato in Italia. Il messaggio, in particolare, potrebbe essere inquadrato nella fattispecie di:
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Minacce (art. 612 c.p.)
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Diffamazione (art. 595 c.p.) o, in relazione al contenuto ideologico,
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Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa (Legge Mancino e Legge Reale).
Questo evento riflette il clima di forte polarizzazione sociale generato dalla crisi in Medio Oriente, dimostrando come le tensioni internazionali si traducano purtroppo in manifestazioni di ostilità e intolleranza, spesso anonime, contro cittadini pacifici e integrati.