Omicidio Caccia: Libera non sarà parte civile contro Schirripa
I giudici hanno respinto la richiesta dell'associazione che a Caccia ha dedicato la cascina confiscata ai Belfiore
I giudici hanno respinto la richiesta dell'associazione che a Caccia ha dedicato la cascina confiscata ai Belfiore
MILANO - Occupa la casa di San Sebastiano che fu dei mandanti di quell'omicidio: la famiglia Belfiore, ma Libera, l'associazione antimafia fondata da don Luigi Ciotti, non è stata ammessa come parte civile nel processo a carico di Rocco Schirripa. Il panettiere di Torrazza considerato l'autore materiale dell'omicidio del procuratore torinese.
La Corte d'Assise di Milano, presieduta da Ilio Mannucci, l'ha esclusa dal procedimento perché, ha spiegato in un'ordinanza, che l'associazione è stata costituita nel '95 e, quindi, dopo il delitto al centro del dibattimento che è avvenuto nel 1983.
E pensare che Libera ha dedicato proprio a Caccia la sua cascina di San Sebastiano, un bene confiscato che sta diventando un punto di riferimento per coltivare la cultura della legalità in tutto il chivassese.