Omicidio di Giusy, dopo i soldi ora spunta la pista del «sesso»
Nella sua casa trovata una lettera scritta da un uomo che si propone come «fidanzato» e le chiede un rapporto.
Se la pista dei «soldi», almeno da quanto emerso fino ad oggi dagli inquirenti, non sembra aver portato a nulla, negli ultimi giorni i Carabinieri del Comando Provinciale di Torino si starebbero muovendo su quella del «sesso».
Omicidio di Giusy, dopo i soldi ora spunta la pista del «sesso»
Passioni e denaro sono da sempre le cause della maggior parte dei delitti, e quello di Giusy Arena, ancora senza colpevoli dopo un mese, potrebbe rispondere a questa regola.
La svolta, sempre che tale si riveli al termine delle indagini, è avvenuta lo scorso mercoledì 2 novembre, quando gli uomini dell’Arma si sono presentati in forze (supportati da personale dell’Asl e di Seta) in via Togliatti per bonificare l’appartamento in cui viveva Giusy, al civico 66. Presente anche Angelo, il fratello, che tra le centinaia di scatole e sacchetti ha cercato i ricordi di famiglia.
Due stanze stracolme di oggetti, in cui si pensava potessero nascondersi ancora altri gatti oltre quelli recuperati nei giorni precedenti dai volontari della sezione felina della ApaChi.
Nessun gatto (fortunatamente), ma una serie di documenti ritenuti «interessanti» e recuperati dagli inquirenti del Nucleo Operativo di Torino. Tra questi alcune buste (forse contenenti anche del denaro) e una lettera scritta in un italiano incerto che Giusy avrebbe poi buttato.
A spedirla un aspirante fidanzato della 52enne, che proponendosi, appunto, come compagno le avrebbe poi anche chiesto un rapporto sessuale.
Il caso
Al momento chi si occupa del caso mantiene il massimo riserbo, ma è innegabile che la presenza di uno «spasimante» potrebbe spiegare anche l’uomo sconosciuto visto litigare con Giusy prima davanti a casa e poi nel piazzale di viale Vigili del Fuoco, ed è proprio con lui (magari con la scusa di festeggiare il compleanno) che potrebbe aver raggiunto il piazzale tra il torrente Orco e via Curie (frequentato da gay in cerca di incontri a pagamento e coppiette) in cui mercoledì 12 ottobre è stato ritrovato il suo corpo.
Fondamentale, quindi, sarà dare un nome al mittente di quella lettera, forse una persona venuta in qualche modo a conoscenza del tesoro di Giusy (più di cento mila euro versati in Posta, frutto dell’eredità della madre) e pronto a tutto per circuire la donna.
Supposizioni, congetture, un quadro che non sembra ancora essere stato definito e che già, la scorsa settimana, è stato smosso dalla lettera anonima inviata alla nostra redazione (in cui si invitava a indagare sui vicini, «Che sanno tutto)», notizia ripresa dai principali organi d’informazione nazionali.
E ancora, resta da chiarire il giallo della telecamera di sorveglianza di un vicino, praticamente puntata sulla porta di Giusy ma considerata «non funzionante» e quindi non presa nemmeno in considerazione.