Omicidio di Pratoregio, l'ultima pista: una lite furibonda con un uomo distinto mai visto prima
Gli inquirenti seguono ogni pista, dall’eredità a quella passionale. Ma l’arma del delitto, non si trova.
Proseguono senza sosta le indagini per trovare l'omicida di Giusy Arena, la donna di 52 anni trovata senza vita il 12 ottobre 2022 in frazione Pratoregio a Chivasso. Gli inquirenti infatti, seguono ogni pista, dall’eredità a quella passionale. Ma l’arma del delitto, non si trova.
Omicidio di Pratoregio, l'ultima pista: una lite furibonda con un uomo distinto mai visto prima
Nei giorni precedenti al delitto Giusy Arena sarebbe stata vista litigare furiosamente con un uomo, prima davanti alla sua abitazione di via Togliatti, e poi nel parco dal lato di viale Vigili del Fuoco, nei pressi del centro sportivo «Tescaro».
Questa l’ultima pista su cui stanno lavorando i carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Torino, al comando del Tenente Colonnello Vitantonio Sisto, che da mercoledì stanno lavorando senza sosta per cercare di fare luce su di un giallo che sembra non avere spiegazione.
Stando alle ultime testimonianze, Giusy avrebbe discusso più volte con quello sconosciuto, descritto come «alto, distinto, molto elegante», come detto prima davanti alla porta di casa e poi (per sfuggire alle domande dei vicini che sentendo le urla le avrebbero chiesto se andasse tutto bene) in un’area più defilata del quartiere. Un uomo che nessuno, in via Togliatti, avrebbe mai visto prima di allora.
C'è anche la pista dell'eredità
Vi è poi la pista dell’eredità, quel tesoro che effettivamente avrebbe potuto far gola a molti. Il primo a ricevere la visita dei carabinieri è stato il fratello di Giusy, Angelo Arena, che vive a Montanaro, ma lo «stub» per rilevare tracce di polvere da sparo (nulla più che un atto dovuto, l’uomo non è stato mai indagato e in questi giorni ha preferito non rispondere ai cronisti) ha dato esito negativo.
E’ quasi certo che a Pratoregio Giusy sia arrivata o seguendo qualcuno che conosceva (era molto diffidente anche con i vicini) o perché aveva un appuntamento. Fondamentale, a questo punto, sarà l’analisi delle telecamere pubbliche o private disseminate lungo il percorso, che si spera possano aver inquadrato Giusy e il suo assassino.
Aveva promesso dei soldi a qualcuno? Qualcuno, invece, glieli aveva chiesti ottenendo un secco rifiuto?
Forse Giusy ha visto qualcosa che nno doveva vedere?
Vi è poi un’ultima ipotesi che vede Giusy testimone di un qualcosa che non avrebbe dovuto vedere: da qui, la decisione di eliminarla con tre colpi di pistola in faccia.
Ma nonostante le ricerche, avvenute anche nei giorni successivi con l’ausilio dei Nuclei Cinofili di Volpiano, dell’arma del delitto non è stata trovata la minima traccia. Potrebbe essere ovunque: tra i rovi, nel fiume, o ancora tra le mani dell’assassino.
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