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Omicidio di Pratoregio: Giusy potrebbe esser stata portata lì dal suo assassino

I Carabinieri al lavoro per fare luce sul delitto di Giuseppina Arena.

Omicidio di Pratoregio: Giusy potrebbe esser stata portata lì dal suo assassino
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Proseguono le indagini per fare luce sul delitto di Giuseppina Arena, la donna di 52 anni di Chivasso ritrovata senza vita, ieri sera (mercoledì 12 ottobre 2022) da un passante nei campi di Pratoregio, frazione di Chivasso.

Giuseppina Arena trovata morta a Pratoregio

E' stata trovata senza vita proprio nel giorno del suo 52esimo compleanno Giuseppina Arena, residente in via Togliatti a Chivasso. Giusy, come veniva chiamata in città, è stato uccisa da tre colpi di pistola calibro 7.65.

Aggiornamento ore 19 

Le indagini proseguono incentrate soprattutto sull'aspetto dell'eredità che Giuseppina Arena avrebbe ricevuto alcuni anni fa.  Dalle prime risultanza investigative è infatti emerso che la vittima, pur vivendo in una situazione di estremo disagio avesse  un ISEE molto alto.

Le indagini: due ipotesi, si indaga su abusi ed eredità

I Carabinieri di Chivasso stanno portando avanti le indagini che sarebbero incentrate su due tesi.  Questa mattina, giovedì 13 ottobre 2022 infatti, si è fatta largo l'ipotesi che Giusy potesse essere stata vittima di abusi e quindi questa terribile situazione potrebbe aver portato a questo tragico epilogo.

Nel pomeriggio, è spuntata un'altra pista investigativa che parte da un'eredità, ma al momento tutto è in fase di valutazione anche perchè chi  conosceva la vittima sostiene che vivesse in una condizione d'indigenza.

Potrebbe esser stata portata lì dal suo assassino

Continuano le indagini dei carabinieri che ad oggi, sabato 15 ottobre 2022, non hanno ancora ritrovato l'arma del delitto.

Secondo una nuova ipotesi, la donna potrebbe esser stata condotta lì dal suo assassino. Potrebbe, infatti, non esser giunta in bicicletta come si pensava in un primo momento. Potrebbe esser stata fatta salire su un furgone o su un altro mezzo simile dove poi sarebbe stata caricata anche la sua "due ruote". Certamente utile sarebbe stata la visione di telecamere ma in quella zona, almeno per il momento, pare non essercene.

Non potrà fornire molte informazioni nemmeno il cellulare di Giusy, un vecchio Nokia. La tecnologia passata, infatti, non permette di effettuare le intercettazioni.

Intanto, gli inquirenti confermano che la notte del ritrovamento, durante l'interrogatorio del fratello, a quest'ultimo è stato effettuato lo stub, cioè la tecnica che si usa per la rilevazione dei residui da sparo. Questo esame ha dato esito negativo.

L'alloggio era chiuso a chiave

L'alloggio era chiuso a chiavi. Tutti penseranno, nel leggere questa affermazione, cosa c'è di strano? Beh, strano lo è perché Giusy lo lasciava sempre aperto. Eppure i vicini non hanno visto o uscire nessuno prima dell'arrivo dei carabinieri la notte della scoperta del cadavere. Dunque, sarà stato un caso che Giuseppina l'avesse chiusa prima di uscire per l'ultima volta dalla sua casa di via Togliatti?

Arrivano dei chiarimenti sugli orari e sulla questione della porta chiusa a chiave.

La mattina alle 8,30 di mercoledì 12 ottobre la porta era chiusa. Alle 10, quando Giusy è stata vista l'ultima volta, (doveva andare al sotto chiesa ma non è mai arrivata lì) non si sa. Alle 12,30 circa le hanno portato il cibo e la porta era aperta (la lasciava aperta solo se si allontanava di poco, ad esempio a portare i cani o buttare l'immondizia). Poi però la sera quando sono arrivate le forze dell'ordine era chiusa.

Il mazzo di chiavi che hanno trovato indosso non apriva nessuna porta, né quella di casa né il portone, e nemmeno quella della cantina, la buca delle lettere e il lucchetto dei garage. Quelle chiavi o non sono sue o erano di qualche altra casa ma di certo non di quella in via Togliatti.

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