CRONACA

Operazione Platinum, i fratelli Vazzana condannati in appello

Erano a processo per ’Ndrangheta: non si esclude il ricorso in Cassazione

Operazione Platinum, i fratelli Vazzana condannati in appello
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«L’abrogazione cancella i reati, ma non i favori che sono stati fatti. Era già previsto che Busso sarebbe stato assolto».

Operazione Platinum, i fratelli Vazzana condannati in appello

Non manifesta sorpresa l’avvocato Giulio Calosso, che ha rappresentato il Comune di Volpiano nel processo Platinum (il Comune di Chivasso si è invece affidato all’avvocato Andrea Castelnuovo) sugli affari dell’ndrangheta in Canavese. La riforma Nordio ha, infatti, depenalizzato il reato di abuso d’ufficio cambiando le carte in tavola a favore dell’agente di polizia municipale Paolo Busso, condannato in primo grado a dieci mesi di reclusione e ora assolto dalla Corte d’Appello di Torino per le multe cancellate a Giuseppe Vazzana e anche per il reato di interferenza illecita a sistema informatico. Per l’accesso abusivo alla banca dati dell’anagrafe Busso è stato, infatti, assolto «per particolare tenuità». Grande soddisfazione per la «dignità restituita» esprime invece l’avvocato di Busso, Gabriella Vogliotti: «È stata fatta giustizia, il mio assistito è stato per due anni sospeso dal servizio e per questo avrebbero dovuto farla ancora di più, cioè dare un’assoluzione perché il fatto non sussiste».

«È vero che l’accesso abusivo è stato ritenuto di breve entità, ma lo ha commesso», precisa l’avvocato Calosso. Al Comune di Volpiano, costituitosi parte civile insieme a quello di Chivasso, Busso dovrà comunque versare 1000 euro. Assoluzione anche per Domenico Aspromonte, condannato in primo grado a 6 mesi per la bancarotta dell’hotel La Darsena, dopo che già in primo grado era caduta l’accusa di associazione di stampo mafioso sostenuta, invece, dal pm Valerio Longi.

Sono state invece confermate le condanne, rispettivamente a 6 anni e 8 mesi e a 6 anni e 11 mesi di reclusione, per i fratelli, Giuseppe e Mario Vazzana, proprietari di un impero economico di oltre 8 milioni di euro, tra cui auto di lusso, immobili, attività commerciali e un hotel che a Volpiano porta il loro nome e che è stato, qualche mese fa, «ripulito» dai ladri.

Dopo essere stati arrestati nel maggio 2021, nel settembre 2023 i due fratelli erano stati condannati in primo grado dal Tribunale di Ivrea per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Condanna confermata a 10 mesi anche per Giuseppe Agresta, sodale dei Vazzana, che già si trova in carcere per scontare una condanna a 10 anni.

Non si esclude il proseguo del procedimento in Cassazione.

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