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Oss, da eroine a disoccupate

La denuncia delle operatrici: «Nessuna stabilizzazione, a giugno tutte a casa»

Oss, da eroine a disoccupate
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«Ci hanno chiamato eroine e angeli, abbiamo lasciato contratti anche a tempo indeterminato in strutture private per aiutare una sanità pubblica al collasso e ora, o meglio, da giugno, saremo tutte disoccupate».
Non usano mezzi termine le Oss in servizio negli ospedali dell’AslTo4 che hanno chiesto il nostro aiuto nella speranza di avere risposte concrete, in tempi rapidi, dalla Regione Piemonte.

Oss, da eroine a disoccupate

«Il presidente Alberto Cirio si era esposto in prima persona dicendo che avrebbe dato alle Asl i fondi per stabilizzare il personale assunto per l’emergenza Covid - spiegano le Oss - ma ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Rientravano in quel blocco coloro che avessero maturato 18 mesi di lavoro nelle Asl al 30 giugno, con sei mesi in Covid. Noi (solo nella To4) siamo in cento Oss in attesa di stabilizzazione, e abbiamo tutti almeno 19 mesi di servizio (ma qualcuno sfiora i 24) tutti fatti in periodo Covid.
Abbiamo contattato i sindacati, e ci hanno detto che noi non saremo confermate perché la Regione non ha dato i soldi alle Asl. Ma se i soldi non ci sono, perché attingono da altre graduatorie o chiamano le agenzie?
Ci sono state delle caposala che hanno avuto il coraggio di dire alle Oss “Fate le ferie che a giugno non vi rinnovano”, altre invece hanno fatto finta di niente.
E’ vero che siamo entrate per scelta, ma abbiamo lasciato posti fissi, e se non era per noi tanti reparti avrebbero chiuso. E l’assurdo è che ora stanno chiamando gente che al momento dell’emergenza non ha voluto lavorare in ospedale per non correre rischi...
Noi siamo stati anche formati per lavorare in reparti specifici, e alla fine cosa è servito?

Chiediamo alla Regione: noi che fine faremo? E se siamo tutti a casa, le strutture come potranno funzionare?
Ci affidiamo a Cirio: gli abbiamo mandato dei messaggi, ma al momento non abbiamo ottenuto nessuna risposta».

Il sindacato Nursind

Sul tema è intervenuto anche il sindacato Nursind, che chiedendo nuove risorse per assumere personale sanitario ha ricordato come, nell’AslTo4, «A breve si apriranno ulteriori criticità. Infatti molti contratti Covid del personale medico scadranno a fine emergenza e quello degli OSS il 30 giugno. Come sindacato non possiamo accettare una situazione simile e non resteremo in silenzio. È ora di smetterla di tagliare sul personale e quindi sulla cittadinanza. Si facciano i tagli altrove e si trovino risorse. Il governo deve dare delle certezze che a quanto pare non ci sono visto che molte risorse non sono arrivate alle Regioni. Le Regioni devono dire chiaramente se le risorse ci sono. L' Azienda non provi a tagliare sul personale, altrimenti ci mobiliteremo».

La nuova Sanità Piemontese

Sempre il Nursind, tramite Giuseppe Summa, ha fatto notare come presto «serviranno 1500 infermieri per le 91 case di comunità, i 29 ospedali di comunità e le 43 centrali operative previste dal piano di localizzazione della regione Piemonte.
La Casa di comunità sarà una struttura in cui operano équipe multi professionale di medici di base, medici specialistici e infermieri di comunità. Al loro interno dovranno essere previsti tra 8 e 12 infermieri con i servizio obbligatoriamente h 12, 7 giorni su 7. Calcolando una media di 10 infermieri, su 91 case di comunità individuate in Piemonte serviranno 910 infermieri.
Gli ospedali di comunità invece saranno strutture della rete territoriale a ricovero breve destinate a pazienti che necessitano interventi sanitari a bassa intensità clinica, con la finalità di evitare ricoveri ospedalieri impropri o di favorire dimissioni protette in luoghi più idonei al prevalere di fabbisogni sociosanitari, di stabilizzazione clinica, di recupero funzionale e dell’autonomia e più prossimi al domicilio. Gli standard di personale previsto per 1 Ospedale di Comunità dotato di 20 posti letto è di 9 infermieri. Per i 29 ospedali di comunità previsti per il Piemonte pertanto serviranno 261 infermieri.
La Centrale Operativa Territoriale inoltre che svolge una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali, dovrà essere operativa 7 giorni su 7. La dotazione di personale infermieristico per ogni centrale deve essere di 5-6 infermieri per un Distretto. Delle 43 centrali operative previste per il Piemonte servirebbero pertanto altri 258 infermieri.

Quale tipo di programmazione la regione Piemonte sta attuando per assicurarsi un numero di personale infermieristico sufficiente? Ci sono attualmente circa 2000 contratti a termine e sappiamo che le aziende non potranno superare i tetti di spesa assegnati per il personale per assicurare la loro permanenza. Abbiamo graduatorie aperte ma a quanto ci risulta potrà essere assicurato solo il turn over se il Governo non permette di superare i tetti di spesa assegnati e se non si trovano nuove risorse. A tutto questo sappiamo da tempo che si dovrà porre rimedio alla cronica carenza negli ospedali. Riteniamo necessario a questo proposito avviare sin da subito un confronto con regione ed aziende per comprendere la strategia e gli eventuali interventi a meno che non vogliamo creare scatole vuote».

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