due fratelli nei guai

Ottengono la cassa Covid, ma fanno lavorare i dipendenti: truffa da 42 mila euro

Bloccate le somme depositate su diversi conti correnti bancari e sequestrati i titoli di credito intestati alla ditta.

Ottengono la cassa Covid, ma fanno lavorare i dipendenti: truffa da 42 mila euro
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I carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Vercelli hanno denunciato due imprenditori per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato ed evasione contributiva in concorso.

Imprenditori ottengono la cassa Covid impropriamente

 

I carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Vercelli hanno denunciato due fratelli imprenditori per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato ed evasione contributiva in concorso. Infatti, i  due titolari di una ditta di pallet di un Comune vercellese, avevano alle dipendenze otto persone, e hanno richiesto l'accesso ai contributi erogati dallo Stato a favore delle imprese per sostenerle finanziariamente, soprattutto per quelle che dichiaravano di essere rimaste chiuse, ricorrendo ad un trattamento emergenziale con cospicue erogazioni a favore del sostegno occupazionale come ad esempio la cassa integrazione covid. I dipendenti della ditta hanno  però sempre lavorato regolarmente mentre era stato attestato che la ditta era rimasta sempre chiusa riuscendo così ad ottenere contributi dallo Stato per oltre 42.000 euro.

Le indagini dei Carabinieri

I carabinieri del NIL di Vercelli hanno svolto articolate indagini che hanno permesso di raccogliere inconfutabili prove del reato a carico dei due fratelli imprenditori, che sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Vercelli per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato ed evasione contributiva in concorso, nonché di dimostrare (per la prima volta in Italia) la violazione dell’art. 24 D.Lgs 231/2001 (responsabilità amministrativa del reato a carico della società), con conseguente emissione da parte del GIP del Tribunale di Vercelli, di un decreto di sequestro preventivo per l’importo della somma indebitamente percepita (42.815 euro). Nei giorni scorsi i carabinieri del NIL hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, bloccando le somme depositate su diversi conti correnti bancari nonché sequestrando titoli di credito intestati alla ditta.

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