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Parla la madre della ragazzina picchiata: «Mia figlia adesso sta vivendo nel terrore»

La mamma della 12enne aggredita nel parcheggio del Bennet chiede al Tribunale di intervenire

Parla la madre della ragazzina picchiata: «Mia figlia  adesso sta vivendo nel terrore»
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Ha solo 12 anni la ragazzina che è stata aggredita, picchiata e derubata da alcuni coetanei nel parcheggio superiore del Bennet. Un fatto gravissimo ripreso da un giovane della baby gang e poi «sbattuto» in rete per sfoggiare il proprio gesto, per loro eroico, ma per la vittima e la sua mamma vergognoso.

Parla la madre della ragazzina picchiata

«Ho mandato mia figlia insieme ad un gruppo di amici e amiche al McDonald's per mangiare un panino - racconta la mamma della vittima - Quando è uscita, ha visto un gruppo di amici che stavano andando al parcheggio superiore del Bennet e così li ha raggiunti per un saluto».
La giovane, infatti, conosceva coloro che poco dopo l’hanno aggredita.
«Giunta al parcheggio ha subito salutato una ragazza (quella che poi l’ha picchiata). - prosegue la mamma - Questa le ha chiesto dei soldi, ma mia figlia non aveva nulla, aveva speso i pochi euro per il suo panino. Così, come si vede nel video, il ragazzo l’atterra colpendola alla caviglia. A quel punto la ragazza inizia a picchiarla e poi le sfilano le scarpe. Mia figlia è viva per miracolo, la sua testa era a pochi millimetri da quei massi di cemento».

La denuncia della vittima

La vittima, appena è riuscita a liberarsi ha preso il telefono e chiamato i carabinieri. Immediato l’arrivo di una pattuglia.
«Io ero a casa quando sento suonare il telefono - racconta la donna - Erano i carabinieri. Mi hanno raccontato velocemente l’accaduto. Così mi sono vestita, ero appena uscita dalla doccia, e sono corsa in caserma. Lì c’era mia figlia. Ho sporto denuncia. Tutti i coinvolti sono stati individuati, sia da mia figlia, sia dai carabinieri stessi che già conoscevano questi ragazzi. Sono tutti minorenni, addirittura hanno meno di 14 anni. Ho lasciato la caserma con mia figlia che aveva paura. Non ho potuto parlare con le famiglie degli aggressori. Mia figlia, dopo quello che ha vissuto, non voleva più tornare a scuola. Voleva trasferirsi dalla sorella maggiore in Puglia. Ma le ho detto di no, che non doveva scappare. E’ tornata a scuola, fa il tragitto con un’amica e ci sentiamo al telefono quando arriva».

La mamma chiede che intervenga il Tribunale

«L’indomani dell’aggressione la famiglia della ragazza che ha aggredito la mia ha chiamato per chiedere scusa - racconta ancora la madre - I genitori del ragazzo no. Ma l’ho fatto io. Gli ho detto di non avvicinarsi più a mia figlia. Di starle alla larga. Anche perché non è la prima volta che è la sua vittima. Qualche mese fa, in via Torino, le aveva sfilato il cellulare dalla tasca. Fortunatamente poi un passante, che aveva visto la scena, glielo aveva preso dalla mani e lo aveva restituito.
Io oggi chiedo che intervenga il Tribunale dei Minori, che si occupi lui di questi ragazzini perché se a 12/13 anni sono capaci di gesti simili, quando saranno maggiorenni cosa succederà? Forse una comunità sarebbe il luogo ideale per questi ragazzi, forse lì potrebbero comprendere la gravità dei fatti commessi perché non sarà l’unico. Questo è venuto a galla per via del video, della denuncia.
Per mia figlia questo è un trauma che si porterà con sé per tutta la vita, che segnerà il suo futuro. Mi auguro che possa ancora acquisire fiducia verso il prossimo, che non debba aver paura di tutti. Cose di questo genere non dovrebbero mai accadere, i genitori dovrebbero insegnare il rispetto e l’aiuto verso il prossimo, anche verso i propri coetanei».

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