violato il dpcm?

Parroco multato per la partita calcio, ora fa ricorso al Prefetto

Don Davide Smiderle ha deciso di affidarsi ad un legale.

Parroco multato per la partita calcio, ora fa ricorso al Prefetto
Pubblicato:

«L’oratorio non è una palestra». Questa, in estrema sintesi, la considerazione che ha spinto don Davide Smiderle, parroco del Duomo di Chivasso, a sporgere ricorso alla Prefettura di Torino contro il verbale da quattrocento euro (firmato da due agenti della Polizia Municipale di Chivasso) per aver permesso una partitella a pallone fra i bambini che frequentano il catechismo al «Carletti».

Parroco multato per la partita calcio

Meno di trenta ragazzini, in uno spazio che può accoglierne centinaia, un «assembramento» che, secondo moltissimi chivassesi, venerdì 4 dicembre era presente solo nella mente di chi (un vicino) ha chiesto l’intervento dei civich.
Anche se in molti, in questi giorni, si sono offerti di pagare il verbale, don Davide (sentita la Curia) ha dato incarico all’avvocato Alexander Boraso di predisporre il ricorso, che sarà presentato nei prossimi giorni.
Don Davide non avrebbe quindi avuto alcun problema a pagare la multa, ma la sua decisione va ben oltre il mero «principio»: a quanto pare l’oratorio dà molto fastidio ad alcuni «vicini», e pagare avrebbe avuto come conseguenza altre telefonate alle forze dell’ordine, con qualsiasi scusa, ed altri possibili verbali.
Un annullamento, poi, avrebbe sicuramente tutto un altro peso, anche perché don Davide ha sempre dichiarato di aver seguito il protocollo che la Cei ha distribuito alle parrocchie.
Un documento in cui si dice chiaramente che tutte le attività dell’oratorio sono concesse, ovviamente nel rispetto delle norme Covid.

Ora fa ricorso al Prefetto

«Faremo ricorso - spiega l’avvocato Boraso - perché nel verbale notificato alla parrocchia ci sono dei vizi legati all’identificazione della struttura e dell’attività svolta all’interno della stessa: è un oratorio, non una palestra, una fattispecie non prevista dal DPCM del 3 novembre. E poi occorre dare rilevanza all’orientamento della giurisprudenza sul fatto che non si possono introdurre sanzioni con un DPCM...».
Tornando al verbale, che indica come trasgressore don Valerio d’Amico (che poi non ha né firmato né ritirato il provvedimento), gli uomini del comandante Marco Delpero hanno contestato (rilevata la presenza di alcuni ragazzini che giocavano a pallone) la violazione dell’articolo 1, comma 9, lettere F e G del DPCM del 3 novembre: «sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l'erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza e per le attività riabilitative o terapeutiche, nonchè centri culturali, centri sociali e centri ricreativi» e «lo svolgimento degli sport di contatto, come individuati con provvedimento del Ministro per le politiche giovanili e lo sport, è sospeso; sono altresì sospese l'attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l'attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto nonchè tutte le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto, anche se aventi carattere ludico-amatoriale».
La parola «oratorio», in tutto il DPCM firmato dal presidente Giuseppe Conte, non si legge nemmeno una volta.

Seguici sui nostri canali