IL CASO

Parrucchieri furbetti si recano al domicilio dei clienti

Ai tempi del Coronavirus accadono anche queste cose.

Parrucchieri furbetti si recano al domicilio dei clienti
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Parrucchieri furbetti si recano al domicilio dei clienti. E' anche questo quello che capita ai tempi del Coronavirus a Mazzè, ma anche in altri paesi della zona.

Parrucchieri furbetti

Emergenza sanitaria in corso, ma c’è chi non si ferma davanti a nulla. E’ il caso di persone che continuano a svolgere presso il domicilio attività non consentite come servizi alla persona, le pulizie e barbieri e altre attività. Infatti, in base al Decreto ministeriale in atto a causa dell’emergenza sanitaria, esclusi i negozi che vengono generi alimentari, i tabaccai e le edicole, tutte le altra attività commerciali sono chiuse al pubblico.
C’è quindi chi ha cercato di aggirare la legge, cioè professionisti che si recano nelle case dei propri clienti per soddisfare le loro esigenze. «Stiamo provvedendo - dice il sindaco Marco Formia - ad approfondire verifiche e controlli e ricordiamo ai trasgressori che oltre ad essere multati, subiranno una denuncia alla procura della repubblica e correranno il rischio che gli venga ritirata la licenza».

"Non daremo le generalità dei contagiati"

Una situazione questa che purtroppo si è verificata anche in altri paesi. Una situazione non semplice quella che si trovano ad affrontare le Amministrazioni comunali in questo periodo in cui far fronte all’emergenza sanitaria sta diventando molto complessa perché ci sono una serie di situazioni correlate molto delicate e a volte anche imprevedibili come quella indicata poco fa.
Inoltre, il primo cittadino Formia sottolinea un’altra situazione: «E’ inaccettabile che i cittadini - prosegue il sindaco - continuino a chiedere le generalità dei contagiati.
Questo atteggiamento non ha alcuna utilità ai fini del mantenimento del contagio poiché le procedure di valutazione, intercettazione e monitoraggio sono di competenza dell’Asl, comunicazione con il sindaco il quale, non può e non deve e non comunicherà mai l’identità dei soggetti coinvolti.
Questo è un atteggiamento di responsabilità e civiltà che qualcuno in paese non sta capendo».

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